lunedì 1 giugno 2009

Ora delle spighe di grano al vento

Sera, senza stelle, ma pioggia, ancora pioggia, solo pioggia. E ti ritrovi a non capire se ciò che ti bagna le labbra è birra, pioggia o lacrime. O forse un pò tutte e tre. Sulla tua pelle le gocce di pioggia si confondono con la malinconia che ti sta addosso. E il tuo disperato bisogno di un abbraccio. Roba che ti butteresti addosso al primo che passa, anche al barbone che canta a squarciagola dall'altro lato della strada, ubriaco e stanco della vita canta sotto la pioggia con una sigaretta che fa fatica a rimanere accesa. Non riesci a smettere di piangere, e la pioggia non riesce a smettere di cadere. Lei ti capisce, e tu la desideri, desideri condividerti con lei, e non smettere mai di piangere e lei non smettere mai di cadere. E poi scorgere qualcuno che ti sta venendo incontro, a braccia aperte e il sorriso sulle labbra e tra lacrime e pioggia accenni ad un sorriso e cadi tra le sue braccia. No, il freddo che senti è solo l'asfalto bagnato ed il sogno svanito. Era un'illusione, non c'è nessuno a correrti incontro con le braccia aperte, il freddo che senti sulla guancia è l'asfalto bagnato di pioggia e malinconia, e la sensazione sulle ginocchia non è altro che dolore. Nelle tue mani non c'è luce, solo buio e sofferenza, e un bisogno di affetto che nessuno soddisferà mai.

2 commenti:

  1. è così... vero.



    Però, insomma, rialzarsi. Che la pioggia cada e la birra scorra. Eretti e fieri si affronta la vita, qualcuno, prima o poi ci sarà, per sorreggerci. Intanto sorreggeremo chiunque ne abbia bisogno.

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  2. Edo: Come vorrei darti ragione. Come vorrei dirti che ci sarà qualcuno per sorreggerci. Sarà per il periodo, o forse per un filo di depressione, che proprio non riesco a vedere questa realtà. "Intanto sorreggeremo chiunque ne abbia bisogno", quello si cerca di farlo, sempre.

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