giovedì 31 marzo 2011

Ora delle malattie

Lei era quella che tutte volevano essere. Era come il vento, imprendibile. Libera. Da tutto e tutti. Bastava guardarla da lontano e lo vedevi, da come portava il suo corpo, fiera.
Non era di nessuno. Non voleva essere di nessuno.
Come il vento. Aveva trovato la soluzione alla vita.
Correre.
Scivolava tra le sofferenze della vita con la stessa sinuosità con la quale scivolava tra le pieghe delle lenzuola, nuda, la notte.
Non le importava. Di nulla.
E in questo stava la sua bellezza invidiabile.
Perchè lei era libera da ogni maniacale ossessione. Libera dalla tristezza cronica dell'anima.
Sembrava libera da ogni sofferenza, libera da tutto,
persino dalla morte.

martedì 22 marzo 2011

Ora delle bomboniere

Salì sullo sgabello e scoprì il suo volto allo specchio. Un metro di bambina dai capelli rossi. Sei anni. Si sistemò una fascia blu che teneva i lunghi capelli rossi lontano dagli occhi castani.
Era bellissima. Ma questo non lo sapeva ancora. Prese lo zaino, quasi più grande di lei e disse alla mamma di fare in fretta, oggi piove.
La donna bassina prese il giaccone grigio, troppo grande, e l'ombrello, e la manina bianca.
Come ogni mattina, passo dopo passo in silenzio percorrevano la loro strada, con i loro tempi, con le rughe e le occhiaie dell'una, e la vita e la bellezza dell'altra.
Era davvero bellissima. E anche il quella giornata grigia, di quelle giornate grigie in cui nulla può essere colorato, ma solo grigio, lei era bellissima. Ma questo non lo sapeva ancora.
E portava quella bellezza come se fosse la cosa più naturale del mondo. Senza accorgersene, la portava con se, assieme al suo eterno equilibrio di bambina.
Che solo a guardarla, ogni mattina, bellissima e serena, non puoi non fare a meno di sperare che resti così per sempre.

domenica 13 marzo 2011

Ora delle merende

Giorni come ritorni del passato, che in punta di piedi sale le scale, di nuovo come tanto tempo fa.
Ti sarai svegliata di buon mattino, e sorridendo sarai arrivata fino alla cucina. La casa vuota. La voglia di vivere questa giornata. Avrai preso i biscotti dalla credenza e riscaldato il latte. Avrai fatto le briciole sul tavolo con il pane e la marmellata, e avrai pensato che la prossima volta ci metterai un po' meno zucchero. Accesa la radio avrai cantato.Avrai messo sul tavolo latte burro farina uova cacao un cucchiaio di pentimento ed un cartone di scuse a lunga conservazione. Solo alla fine, prima di infornare il tegame, avrai aggiunto l'ingrediente segreto che rende ogni cosa meravigliosa. Non avrai lasciato il letto disfatto, e quando farai per mettere a posto il cuscino ti sarai guardata allo specchio. Le dolci curve e la pelle leggermente invecchiata, i seni abbandonati sotto la vestaglia e le lunghe gambe sottili di cui ti sei sempre vantata, la vita che ancora una volta hai ripreso tra le mani, con la forza sovrumana di una donna che nulla potrà mai distruggere. Avrai preso il cofanetto dalla mensola e avrai tirato fuori la collana di corallo e gli orecchini. Avrai lasciato la casa perfettamente ordinata e ti sarai immersa nel sole della Domenica. Passo dopo passo avrai fatto la salita, salutando prima la moglie del custode della Pretura, poi il salumiere e quella donna che ti sta guardando da un po'. Auguri a tutti Buonagiornata. Poi salirai le scale, e arriverai fin qui con un po' di affanno, lamentandoti che qui non c'è un ascensore, e che il tuo vecchio ginocchio non ricordava tutti questi gradini. Ti aspetteremo sulla porta, e ci abbraccerai, uno dopo l'altro. E quando mi stringerai forte gli occhi ti si faranno lucidi, ma non piangerai perchè ti sei truccata con cura.
Giorni come ritorni di un passato che ti aveva lasciato poco più che bambina. Giorni come ritorni che portano il sapore della parola famiglia. Un sapore pastello. E la sacralità di una crostata che per ognuno ha un sapore diverso. Quello di una madre persa e ritrovata, quello del mio compleanno, quello del cioccolato un po' amaro.
Giorni come ritorni a casa, dove c'è chi ti accoglie a braccia aperte e ti chiede com'è venuto il ragù. Dove c'è chi ti perdona e ti chiama di nuovo Mamma, dove c'è chi ti lascerà fare una piccola confessione, seduta sul letto di una stanzetta troppo piccola...
Mi abbracci. Mi sei mancata. Mi sei mancata anche tu. Tanto.

sabato 5 marzo 2011

Ora dei mutual friends

Would you like to be my hideaway?
Sì, ti piacerebbe essere il mio rifugio segreto?
Un luogo dove non si urla mai. Un luogo dove prendersi una pausa dal resto ed essere felici.
Un luogo pieno di tappeti.
E cuscini. E bajours. Sì, le bajours.
Ti piacerebbe essere il mio rifugio segreto?
Un luogo dove si può sempre dire la verità. Dove essere invisibili. Dove bere caffè e mangiare ciambelle.
Dove poter stare accoccolati sul divano, ogni volta che ne sentiamo il bisogno.
Un luogo dove imparare a conoscere i propri silenzi.
Un posto dove non avere neanche due calzini uguali.
Ed un posto pieno di storie, e di musica.
Un luogo dove si cucinano i biscotti. (No, non io. Lo sai che non mi piace cucinare)
Ed un luogo dove poter vedere la luna ogni sera, quando decide di deliziarci.
Solo questo, quello che volevo che tu sapessi.

ma ora dimmi, ti piacerebbe essere il mio rifugio segreto?