martedì 29 dicembre 2009

2010, solo un numero

2009, questo anno qui
2, i giorni che rimangono di questo anno qui
3, i giorni più brutti passati in questo anno qui
4, i giorni più belli passati in questo anno qui
3, le paia di scarpe col tacco comprate
circa 1000, le storte prese con quelle ai piedi
2, i viaggi all'estero
2, le botte in testa prese
1, i blog aperti
120, i post scarabocchiati
tante, le lacrime versate
tanti, i sorrisi ricevuti e regalati
troppe, le parole sprecate
troppo pochi, i momenti di follia.

2010, l'anno che viene
sempre troppi, i buoni propositi
0, le botte in testa che ho intenzione di prendere (illusa, intanto pensa a liberarti da questa...)
almeno 15, le paia di scarpe in lista d'attesa
1, il viaggio all'estero
tanti, i momenti felici
pochi, quelli di depressione
tanti, i sorrisi e gli abbracci da dare
meno, le parole da sprecare.

Lo so che non cambierà nulla, ma a me piace pensarlo così, questo anno che viene, migliore.
Non che questo mi sia dispiaciuto. Alti e bassi come al solito. Però tiriamo un po' le somme. Rivediamo tutto e facciamo un bilancio. Se non altro ci ho guadagnato. Tanti bei momenti. Tante belle persone. Tante.
Buon 2010, che è pur sempre solo un numero, uno dei tanti. Ma noi crediamoci, in un numero migliore. Sempre.

domenica 20 dicembre 2009

Ora delle lampade blu

Cazzo no. No no no no no. Non è così che deve andare. Ti farei solo del male, come fai a non capirlo? Non succederà un'altra volta. Non lo permetterò. Non voglio far soffrire nessuno. Nella danza della vita siamo tutti ballerini scoordinati l'uno con l'altro, ognuno perfetto e a ritmo con la vita, ma non con gli altri. No. Non chiedermi di ballare insieme perchè faresti una fatica inutile, ti pesterei i piedi e tu pesteresti i miei. Ci faremmo del male a vicenda. E non voglio. Non ora. Possiamo ballare vicini, ma non insieme. Ci ho già provato, ma chiodo schiaccia chiodo e ti ritrovi con due buchi vuoti. Preferisco rimanere a cercare inutilmente di ballare con il mio chiodo, piuttosto che cercare di allontanarlo facendo del male a te. Te lo dico così, fredda e gelida come l'aria dietro la finestra, perchè vorrei che qualcuno l'avesse detto a me, freddo e gelido come l'aria dietro la finestra, perchè il punto interrogativo è una delle peggiori invenzioni, e lo so bene. Odiami pure. O quel che ti pare.
Amen.

sabato 19 dicembre 2009

Ora del freddo delle nevi senza nevi

Promemoria:
Essere diversi da quel punto divista non è per niente positivo.

martedì 15 dicembre 2009

Ora dei cervelli e dei gatti Leo

Andate in pace. Sensazione di equilibrio e completezza, prendere l'aria e buttarla fuori tutto d'un colpo. E tra la più piena serenità sbuca un suono leggero leggero, un sussurro. Grazie di esistere. Sono solo attimi, momenti, fotografie, avere i piedi congelati e le mani sporche di colla e il cuore colmo di nient'altro che pace. Che bella parola. Sulle labbra di un prete. Sull'orlo del muscolo involontario di un essere che sorride, tra le mani della gente, nei mignolini di due bambini.
Andate in pace. Io mi godo il mio attimo. E ringrazio due amici, due mezzi fratelli, due compagni di avventure che ci ritroveremo a raccontare un giorno lontano, grazie per avermelo concesso.

venerdì 11 dicembre 2009

Ora dei vestitini neri chic

C'è la voglia. Quella che ti muove dentro, quella che ti fa sorridere, quella che ti rende certa e incosciente. Un po' come la musica, solo che la musica sei tu a scoprirla, la voglia, beh, è un po' lei che scopre te. La voglia è un frammento di energia che ti è capitato addosso. Ci sono momenti in cui ne sei pieno. Ecco, questo è uno di quelli. Veloce. Come una lucina di natale che gioca con le altre. Ho. Voglia. Di. (Il resto lo sapete già)

mercoledì 9 dicembre 2009

Ora dei non ci sei

Il mio albero di natale mi consola. C'è. Ecco tutto.

martedì 8 dicembre 2009

Ora dei panettoni al cioccolato

L'alba, la città che comincia a risvegliarsi in un giorno qualunque.
L'alba, la bambina con le trecce sbadiglia e dormicchia mentre la mamma la porta a scuola di fretta.
L'alba, il maestro attraversa la strada con il suo zaino e i suoi occhialetti tondi.
L'alba, la cartolibreria tira su la saracinesca mostrando la sua vetrina in disordine.
L'alba, il barbone appoggiato al muro dall'altro lato della strada. Buttato su una spalla, con il suo cappotto sudicio e i suoi occhi che non coglierai mai nei tuoi. Sembra che tutto quel muoversi della vita e del paese, dell'ingranaggio che non può sperare in altra direzione, tutto questo gli scivoli addosso. Salvo, lui.

Butti un passo dopo l'altro, come sempre, anche tu puntuale in quella danza in cui sei intrappolato. Prigioniero, tu.

venerdì 4 dicembre 2009

Ora degli spaventapasseri di città

No alarms and no surprises. Silence. La vita che scappa veloce sotto gli occhi. Una bambina che gioca con le costruzioni di legno colorate e quando sta per mettere il pezzo giallo triangolare in cima al castello, con gli occhi già pieni di felicità... il rumore del legno sul pavimento. Il crollo.
No promises. Ricominciare a costruire, partendo dal pezzetto rosso, quello più grande, sentire il legno lavorato sotto le mani e appoggiarlo sul pavimento, e ancora, e ancora. Volere. Senza essere mai troppo sicuri di quel che si vuole e come. Non essere mai troppo sicuro delle tue decisioni. Ma se il pezzetto verde per te va sotto quello blu, che aspetti ancora guardandoli nelle tue mani?

giovedì 3 dicembre 2009

Ora delle stecche

Sistemo meglio la cornetta del telefono vicino all'orecchio. Mi trema la voce. Il tuo respiro non basta a colmare questi attimi di silenzio. Vuoti, come se mi stessi sporgendo dal balcone e guardassi il vuoto.
-Ti ho voluto troppo. Se sto morendo, è anche colpa tua.