lunedì 29 giugno 2009

Ora dei sassofonisti

Oggi avrei voglia di correre. Correre fino a non avere più forze. Correre fino a raggiungere il punto in cui cielo e terra si toccano. Correre e non permettere a nessuno di fermarmi mai. Correre e lasciarmi dietro tutto. Via veloce. Energia. Via, i pensieri li lascio a casa. Corro e basta. Niente perchè, niente di niente. Correre via lontano. E se questo è un nuovo modo per sfogarsi, ben venga. Oggi ho voglia di correre. E non cercate di fermarmi.

giovedì 25 giugno 2009

Ora dei punti blu

Il desiderio è una brutta malattia. Perchè ti nasce dentro, cresce con te. Inutile mentire, mi sto infettando di te. In queste condizioni sono molto pericolosa.


Ultimi due righi a parte, qui ci sono alcune foto della mia attuale prigione.

lunedì 22 giugno 2009

Ora delle giornate inutili

Dietro una scrivania, Eudè osservava le ombre che passavano dietro la porta di vetro oscurato. Voleva parlargli. Doveva assolutamente parlargli. Ne aveva bisogno. Passava le giornate così, prendendo appuntamenti per la dottoressa\ portando caffè al ghiaccio e cappuccini freddi avanti e dietro\ perdendo i numeri e confondendo i pazienti (che poi tanto pazienti non erano)\ buttando giù due righe su una vecchia agenda. Sì, la ragazza chiamata Felicità passava così le sue giornate. Aspettando lui. Non per un gran che. Solo per una buona conversazione. Perchè alla fine una ,a fare quella che si sta zitta, si rompe le balle, è capibile. Mentre quando stava con lui era diverso, non aveva paura di trovare nuovi intrecci di parole, frasi complicate, pensieri contorti in un italiano che le piaceva scoprire. Roba che poteva fare solo con lui, insomma. Eudè aveva bisogno di lui. E ora vorrebbe solo un po' di misera comprensione. Forse.

giovedì 18 giugno 2009

Ora dei castagni

Mi sa che ho trovato il modo per connettermi, se non tutti i giorni, quasi. Però solo di pomeriggio. Qui di seguito riporto un piccolo sfogo partorito ieri sera laggiù dove mi sono trasferita.

Oh, ti prego, fai scivolare ancora quelle tue mani su questi fianchi, fammi rabbrividire ancora sentendo la tua lingua. I nostri sospiri daranno vita a questa stanza senz'anima, scriveremo la storia sulla nostra pelle.

martedì 16 giugno 2009

Ora delle campagne sperdute nel nulla

Scrivo queste due parole di fretta e con i capelli bagnati. Mi sono (senza il mio consenso) trasferita. Trasferita, in una villa tre volte più grande di casa mia, con giardino, alberi, tettoie, e gli uccellini cinguettanti. Un paradiso terrestre? Sì, ma senza wi-fi. Isolato dal mondo. Son solo due giorni che non tocco il pc e già sono in crisi d'astinenza. Sono un caso proprio grave. Bene, volevo avvisare. Non mi piacciono le persone che spariscono all'improvviso. Scriverò quando posso, non so quando, potrebbe essere domani come tra due settimane. Bene, qui vi lascio. Scappo. A più presto possibile.

sabato 13 giugno 2009

Ora della madre bambina

Quand'ero piccola, ho fatto le selezioni per lo Zecchino D'Oro. Arrivata al terzo turno a livello regionale, non mi presero. Non perchè non fossi brava, o carina, o sorridente, o con le trecce, no, perchè lì (come ormai dappertutto) va avanti solo chi è raccomandato. Sapevo di non essere la più brava, ma se vi dico che presero dei bimbi davvero cessi, credetemi. Cominciai le selezioni con un'altra bambina del mio paese. Superammo insieme i primi due turni. Il terzo, lei sì, io no. Non ricordo dove fossero le selezioni, ricordo che io ci andai con papà, e lei si portò tutta la famiglia appresso, nonni, zie e cugini. L'unica immagine che ricordo, di quelle selezioni è lei che salta in aria lanciata e ripresa da tutti i parenti, e una bambina bionda con le trecce che piangeva e dava la mano al papà. Ma non pensate mica che sai stato un trauma infantile, no, ho continuato a cantare a tutti i compleanni, tutte le recite scolastiche, tutte le canzoncine di Natale, e quando vedevo lei in trasmissione (sì, superò tutte le altre selezioni) sorridevo ed ero felice per lei, con la stessa semplicità che hanno solo i bambini. Non vinse lo Zecchino, ma fu presa per un altro programma, che non ricordo. Ora, non so perchè sto raccontando questo, è un ricordo che non ripescavo da tempo. Ieri sera ho visto cantare quella mia amica. No, non in televisione. L'ho vista cantare e rivedevo la sua immagine che saltava e io che piangevo, l'ho vista cantare e mi son tornate in mente cose che credevo nello scrigno dell'oblio ormai da tempo. E forse anche un po' di malinconia, chissà.
Bene, ora basta così, godiamoci il Sabato e buon week-end a tutti.

venerdì 12 giugno 2009

Ora del bagnoschiuma al cioccolato bianco

Questo è un post un po' contorto, giusto per non deludere chi mi ritiene complicata. Dicono anche che influenzo negativamente i pensieri altrui, e quindi pregherei coloro che hanno una tendenza al pessimismo, di non leggere. Grazie.

Distesa sul suo letto, a pancia in su, Eudè era immersa nel buio e cercava con gli occhi di guardare le scritte che erano appese ai muri della sua camera, poesie, per lo più. E come sempre, pensava. Ad Eudè non piaceva pensare, perchè la maggior parte dei suoi pensieri erano amari e pessimistici. Ma questa volta Eudè non pensava alla fine del mondo e alla vita e alla morte, questa volta pensava alla sua, di vita, oh, perdonatemi, esistenza. Dicevo, pensava alla sua esistenza, e gettò un'occhiata su qualche momento del suo passato, e qualche persona scomparsa. Scomparsa, sì, e non diciamo morta, volutamente scappata. Ed erano già in due. Pensa e ripensa, la ragazza giungeva ad una conclusione. Entrambi non sono scappati subito, no, hanno aspettato abbastanza affinchè lei si affezionasse. Ed è stato allora che sono scappati. Mai mostrare le proprie debolezze. Mai mostrarsi per quello che si è, umani. Questo è quanto. Mai mostrarsi deboli. Perchè quando ci si accorge che anche l'altro ha gli stessi problemi che hanno tutti e non sa come fare esattamente come non lo sai tu, si scappa. Ma non è tutto. Perchè Eudè sa che significa vivere senza avere coraggio di guardare i propri difetti e accettarli, non solo con noi stessi, ma avere il coraggio, l'umiltà e la forza di chiedere aiuto. Quindi non mostrare i propri difetti è impossibile, anche a costo di far scappare qualcun altro, che prima o poi si accorgerà che siamo tutti umani. Eudè è consapevole dei suoi limiti. Ma sa che non può mostrarsi forte se non lo è, ed è anche consapevole che ci sarà qualcun altro che scapperà e qualcun altro che la farà soffrire. E con una lacrima silenziosa nel buio, pensando alla maledetta Moira che ha deciso per lei, si addormenta.

giovedì 11 giugno 2009

Ora della mozzarella di bufala

Ci sono alcune persone che sono proprio come sembrano. Ci sono altre persone che, invece, non smetti mai di scoprire. Ci son persone con cui sai di non riuscire ad avere una conversazione interessante. Ci sono altre persone con cui, invece, non smetteresti mai di parlare. Trovare una di queste altre persone, fa sempre molto piacere. E senti come se avessi trovato un altro piccolo pezzettino della tua vita, solo perchè ci hai fatto una buona chiacchierata. Chè credo di aver scoperto che la felicità non è tanto l'autorealizzazione di Maslow e quant'altro, ma credo che stia in queste piccole cose piacevoli. Come una buona chiacchierata, come aver trovato un altro piccolo pezzettino di te stessi. E ti senti cresciuto, ecco, tutto d'un tratto un po' più cresciuto, così, senza preavviso.

mercoledì 10 giugno 2009

Ora delle divise da segretaria

Qualche pomeriggio fa ero con una mia amica seduta al bar a fare due chiacchiere, quando vediamo una vecchia signora sedersi con noi. (N.B. Nessuna di noi due la conosceva).
-Ah. Iusc fasc propr cal! (Oggi fa proprio caldo!). Ah. Iei so andat a sendir la messa, e mo devo andare a casa p' cucinà e poi devo vedere 'na cosa alla televisione. (Sono andata a messa, ora devo andare a cucinare e poi devo vedere qualcosa alla tv) Ah. C' bell uagnedd! (che belle ragazze!) E u zet? (E il fidanzato?). Ah. Bè, grazie, che mo devo andare a casa. Grazie. Grazie. Ah. E tante cose belle. Auguri. Grazie. Ah.
E ci lasciò così, con quel suo "ah". Forse tutte e due ci chiedemmo perchè ci avesse ringraziato, ma nessuna fiatò e rimanemmo con quel sorriso sulle labbra, è incredibile come quattro parole in non-italiano possano mettere di buon umore. Mia cara signora, oggi ripenso a lei e sorrido ancora, e sa cosa vorrei dirle?
Grazie, soltanto grazie. Ah.

martedì 9 giugno 2009

Ora dei lakers che vincono grazie a Kobe Bryant

Solo una parola veloce. Sai. Cosa. Ha. Fatto. Quel. Bastardo. Prima. Di. Te. Ora. Ti. Prego. Se. Devi. Sparire. Fallo. Ma. Prima. Dimmi. Solo. Addio.

Lo prometto, prima o poi comincio a mettere titoli sensati. Comunque, grazie Fab.

lunedì 8 giugno 2009

Ora dell'avvocato metallaro

L'esile forma si muoveva sinuosamente. Ad occhi chiusi sentiva la musica scorrerle nel corpo. E danzava. O forse volava. O forse sognava. Chissà. Sembrava impossibile da prendere, sarebbe sfuggita al tatto come seta. Noi restavamo immobili davanti a tanta bellezza e grazia. Mentre la creatura danzava. O forse volava. O forse sognava. Chissà. Mi voltai verso di te e provai un brivido, nello stesso istante in cui lo stavi avendo tu. Trovasti il mio sguardo. Mi prendesti per mano e ritornammo ad osservare quella meraviglia incantevole. Lei danza e trapela libertà, desiderio, voglia di vivere, tranquillità, perfezione. E ti vien voglia di danzare. O forse volare. O forse sognare. Chissà. Ti vien voglia di provare tutto quello che l'esile forma ha già trovato. Anche se solo per qualche minuto. Anche se illusoria. Anche se dolorosa alle caviglie. Felicità.

domenica 7 giugno 2009

Ora della felicità ritrovata in 4 parole

Luna, stasera mi sembra di aver finito le parole. Le ho già dette tutte. é che di parole non ce ne sono abbastanza. E quando le hai esaurite tutte, non sai come fare. Luna, che giochi tra le nuvole scure e il cielo scuro, illumina la pelle bianca della musa dalla bellezza malinconica. Luna, una bambina sorrideva nel verde, un tempo, e le margherite crescevano nel prato. Sei così lontana, così impossibile, Luna, per chi ha solo bisogno di un po' di solitudine, per chi ha solo bisogno di un po' di comprensione. Solo un po'. Luna, suona ancora una canzone. Luna, non la senti, da sempre? é la canzone di chi ti chiama, è la canzone di chi ti desidera, di chi desidera solo un po' di comprensione. Veglia sul bambino che dorme e respira lento, veglia sul ragazzo lontano, e veglia su di lei, lei che ti cerca tra le nuvole scure e ti canta l'eterna canzone, ancora un'altra volta.

(Ispirato da questa.)

Grazie Marinella per il contributo.

sabato 6 giugno 2009

Ora delle rivelazioni inaspettate

-Dimmi tutti i suoi difetti.
E giù a elencare di getto un'infinità di malvagità.
-Bene, ora, in quanti di questi ti riconosci?
Silenzio. Ancora silenzio.
-Cazzo, tutti.
Risata.
Son proprio fatta male, io.
Anzi, malissimo.

venerdì 5 giugno 2009

Ora dei sogni appesi ad un paracadute

Mi fai impazzire. E lo sai bene. E godi. Mi fai impazzire tutte le volte che mi guardi così, come se oltre me non ci fosse altro che buio. Per nascondere la mia vulnerabilità, distolgo lo sguardo, ma tu continui a fissarmi e allora riprendo a guardarti e nasce una specie di gioco, per vedere chi resiste di più senza saltare addosso all'altro. Adoro il modo in cui mi fai impazzire, adoro il modo in cui mi guardi, adoro il tuo desiderio e adoro il tuo giocare con me.
Ma più di tutto adoro il tuo lasciarmi vincere. Sempre.

giovedì 4 giugno 2009

Ora delle labbra sulle labbra

Mi hai scoperto. Questo è il posto dove ho trovato la mia pace interiore, e ci vengo ogni volta che mi va, se mi va. Siediti pure quì affianco a me e osserva il tramonto. No, non dire alcuna parola e respira. Osserva la strada più grande del paesino e l'ampio marciapiede con tutti i tavolini, e i gatti appollaiati sulle sedie di legno color pastello. Guarda i bambini che si rincorrono e le vecchie signore alla finestra. Guarda la gelateria che tutti hanno amato e che amano ancora. Guarda lo splendore di un posto così. E lascia che la pace ti entri dentro, e che una morbida gomma rosa cancelli ogni cosa dalla tua mente, fino a cancellare perfino la tua immagine, lasciando solo la tua essenza e la tua anima. Guarda lontano le balle di fieno nel campo e respira. Questo è uno di quei posti che non cambierà mai, e non mi stancherò mai di ripeterne la magia, in tutti i particolari, in tutte le solite e piacevoli sfaccettature. Mi hai scoperto. Questo è il posto dove trovo la mia pace interiore, ma ammetto che ora che ti ho quì, adesso, al mio fianco, la mia pace interiore sfiora la felicità e il perfetto equilibrio.

mercoledì 3 giugno 2009

Ora dell'ouzo sulla barca

A volte mi fermo a pensare a tutto questo. Tutto questo inteso come tutto, vita, che dir si voglia. E come niente mi ritrovo ai confini dell'universo a cercare domande che non avranno mai risposte. Le solite domande esistenziali. Poi capita che qualcuno ti dica Le cose migliori si fanno sempre senza senso. Forse ha detto così solo per farmi smettere di cercare l'introvabile. Ma riflettendoci, e cercando di estendere il piccolo concetto al tutto inteso come vita che dir si voglia, il risultato sarebbe che la vita non ha alcun senso, eppure vivere è una delle cose migliori che l'uomo possa fare. E sia.

martedì 2 giugno 2009

Ora delle altalene di legno

Capita che tu abbia passato la vita costruendo i tuoi princìpi, credendoci e affermandoli ogni volta che si presenta l'occasione. Poi capita che questi tuoi princìpi siano mandati all'aria in un soffio. Puf. Questione di attimi e ti si prospetta davanti una nuova realtà. No, non hai visto la luna, nè tanto meno quel bonazzo di Johnny Depp (specialmente quando aveva i capelli un po' più lunghi) (affermazione tremendamente stile tredicenne-barbie-si-plastica, ma non si può negare l'evidenza...), tu hai visto solo una donna. Se ne stava lì a lavare il pavimento e a risciacquare lo straccio bagnato nel secchio e ti son crollati i princìpi. No, non completamente, diciamo che li hai rimandati a tempi futuri, ecco. Lei ha passato la vita da buona brava ragazza di una famiglia benestante del paese, passando l'adolescenza ad accudire i quattro fratelli piccoli, non è mai andata ad una festa, non ha mai fatto un'ora di ritardo a casa, non ha mai fumato nesquik, non ha mai preso un voto più basso di cinque, ha sposato il primo ragazzo che l'ha baciata. Ora, non che queste non siano cose giuste, costruttive e quant'altro, ma se solo qualcuno la guardasse negli occhi vedrebbe il rimorso di non aver vissuto tutto, e non credo che nessuno possa più darle la giovinezza, oh no. Quindi niente, ti cadono i princìpi e ti ritrovi a guardare la tua vita e dire: Mamma, io non voglio finire così, fino ad adesso non ho fatto altro che ripetermi cosa è giusto e cosa è sbagliato, senza accorgermi che ho davanti una giovinezza che nessuno mi ridarà mai più che è pronta per essere vissuta in modo migliore, cazzo sto aspettando a farlo?

lunedì 1 giugno 2009

Ora delle spighe di grano al vento

Sera, senza stelle, ma pioggia, ancora pioggia, solo pioggia. E ti ritrovi a non capire se ciò che ti bagna le labbra è birra, pioggia o lacrime. O forse un pò tutte e tre. Sulla tua pelle le gocce di pioggia si confondono con la malinconia che ti sta addosso. E il tuo disperato bisogno di un abbraccio. Roba che ti butteresti addosso al primo che passa, anche al barbone che canta a squarciagola dall'altro lato della strada, ubriaco e stanco della vita canta sotto la pioggia con una sigaretta che fa fatica a rimanere accesa. Non riesci a smettere di piangere, e la pioggia non riesce a smettere di cadere. Lei ti capisce, e tu la desideri, desideri condividerti con lei, e non smettere mai di piangere e lei non smettere mai di cadere. E poi scorgere qualcuno che ti sta venendo incontro, a braccia aperte e il sorriso sulle labbra e tra lacrime e pioggia accenni ad un sorriso e cadi tra le sue braccia. No, il freddo che senti è solo l'asfalto bagnato ed il sogno svanito. Era un'illusione, non c'è nessuno a correrti incontro con le braccia aperte, il freddo che senti sulla guancia è l'asfalto bagnato di pioggia e malinconia, e la sensazione sulle ginocchia non è altro che dolore. Nelle tue mani non c'è luce, solo buio e sofferenza, e un bisogno di affetto che nessuno soddisferà mai.