domenica 29 aprile 2012

Ora delle stampe

Mi scusi..
Sì? Ce l'ha con me?
Sì, ecco... piove e l'autobus passerà di qui tra una decina di minuti...
Sì, lo so.
E lei è senza ombrello, insomma, mi permetta...le faccio spazio sotto il mio...
No grazie non si preoccupi...
Guardi, insisto, sarà bagnata fradicia...
Non è un problema...
...
E' che non mi piacciono gli ombrelli.
Capisco. Cioè no...come sarebbe a dire che non le...
Non mi piacciono. Mi scusi ci sarà pur qualcosa che non le piace, no?
Sì, il formaggio sul brodo. Ma questo non vuol dir nulla!
Vede! E' la stessa cosa. A lei non piace il formaggio sul brodo. A me, gli ombrelli, non piacciono.
Ma gli ombrelli sono indispensabili, il formaggio sul brodo no.
Questo lo pensa lei.
Mi perdoni la domanda fuori luogo ma, da quanto è che non le piacciono gli ombrelli?
(Sorrise) Da sempre.
E in tutto questo tempo quante volte si è ammalata di polmonite?
Zero. Lei che usa gli ombrelli?
Due.
Vede? E' come il formaggio sulla pasta.
Sul brodo. Ma mi permetta di dirlo, lei è matta! Su, guardi se vuole le lascio il mio ombrello, non importa.
Le ho già detto che sto bene così.
E' completamente zuppa.
(Sorrise di nuovo) Lo vedo.  Lei è asciutto.
Non le piacciono gli ombrelli.
No, non mi piacciono.


martedì 24 aprile 2012

Ora delle terre lontane

Una ragazza dal maglioncino a righe, i capelli scuri e ricci sulle spalle, e l'aria felice. Parlava al pubblico, ricordo che cominciai ad ascoltarla, ma mi persi. Qualche parola, non ricordo quale, mi portò via. Capita così, ti ritrovi in altri mondi senza accorgertene e senza sapere nemmeno come hai fatto ad arrivarci. Maledette parole! Uno magari vuol sentire una cosa e no, una parola, una sola, se lo porta a spasso nella giungla dei pensieri, fregandosene altamente della sua voglia di ascoltare. Non ricordo tra quali pensieri mi persi. Ricordo però che quando tornai in quella stanza lei stava alzando gli occhi sul pubblico, e concludeva con una sola frase, semplice, dall'aria felice. Un sorriso sottile tra le sue labbra. Disse Amare non è mai una cazzata.
Disse.
Amare, non è mai, una cazzata.

giovedì 19 aprile 2012

Ora delle pieghe e delle piaghe

Cosa resta? Cosa resta, quando crolla ogni stabilità, ogni dolcezza? Cosa resta quando si frantuma ogni sicurezza?
Si resta soli. Soli, e indifesi. Nel fango del mondo. Soli e indifesi, inutili, incalcolabili.
Si resta deboli, sfiniti, a piangersi addosso.
Restano le briciole. Restano cuori e coscienze da trascinarsi dietro, fardelli.
 Restano paure da indossare sotto i vestiti.
Resta il sottile terrore del vuoto e del buio, solo che questa volta nel vuoto e nel buio non c'è nulla che assomigli al corridoio della vecchia casa di tua nonna, o all'armadio di legno di fronte al tuo letto, così inquietante, la sera.
 Questa volta il vuoto e il buio, lo sono per davvero. E annidati come cancro dentro i corpi, a cibarsi delle tue speranze.
Uscirne illesi, manco a pensarci.
Resta il riflesso di un corpo, il tuo, nudo davanti allo specchio, scoprirsi adulto ed avvertire il peso della propria esistenza sulle gambe, mai come ora in piedi da sole.
Restano ombre di abbracci che non scaldano, non salvano più.
Resti tu, solo e terrorizzato.
Resta il freddo gelido di parole che non confortano, sguardi che non amano.
Resta lo smarrimento, restano troppi dubbi.
Persi.  Solo che questa volta non c'è nessuno, a prenderti in braccio e riportarti a casa.
Questa volta, è la vita vera.
La vita vera, è ciò che resta.
Si resta soli e indifesi a tenere per le mani la propria vita.
E pesa.

sabato 7 aprile 2012

Ora del vino

Quanta nostalgia nei suoi gesti lenti e precisi. Era tempo che non provava quella dolce sensazione che provocava lo sguardo di sua nonna, comprensivo, complice, bastava cercare i suoi occhi e lei già sapeva tutto quello che c'era da sapere. Forse anche qualcosa in più. 

Marinaio che ha perso la rotta, quella casa per lui era terra e salvezza.  Nulla e nessuno avrebbe più potuto fargli del male. Il vapore del piatto fumante sul suo volto.

 Quella ricerca di calore. Ritrovare le sensazioni di un tempo è per gli uomini un'assicurazione contro la solitudine. Cercare un posto che abbia il sapore dolce dell'amore incondizionato, dell'accettazione, della presenza. Della presenza, quella Nonostante tutto. La sacralità degli stessi odori, degli stessi sapori, delle stesse cose, per sfuggire dal resto, che cambia. 

La sicurezza di potersi rifugiare in una terra che è sempre uguale. Solo per l'ebrezza di appartenere, di non essere solo, di avere collocazione nel mondo.