venerdì 24 agosto 2012

Ora dei melograni

(son cose che poi ti senti orgogliosa)
Prima o poi sarebbe dovuto succedere. Mi sono guardata allo specchio e Ossignur e tu chi saresti?

Ora, chiunque abbia avuto la sfortuna di conoscermi, beh insomma, anche soltanto vedermi abbastanza spesso, sa bene che il mio armadio è composto da magliette, felpe, pantaloni, giacchini, t-shirts e chi ne ha più ne metta... blu.  Tutte le notalità... Di blu. Ho due vestiti blu oltremare, uno blu notte, uno turchese, uno azzurro e un altro acquamarina. Se sono psicopatica-malata-ossessiva? Beh se lo chiedono in molti.
Il problema è che, giuro, io ci ho sempre provato. A cambiare colore. Ma sempre con scarso successo. Ero certa di aver comprato qualcosa di rosso, verde, giallo, fucsia (beh fucsia no) e poi magicamente arrivavo a casa e... Toh, un acquisto blu. Sì, so che state pensando sia un ottima questione da proporre a mistero, valida almeno dieci volte più di quella tizia che vedeva i nani ma vabbè. Dicevo.
Prima o poi sarebbe dovuto succedere. Mi sono guardata allo specchio e Ossignur e tu chi saresti? Mi sarei data anche una stretta di mano se non fosse che allo specchio non è esattamente possibile. Mi sono detta Toh che trasgressiva! Prima di andare via, vincitrice,  con il mio primo vestito non-blu.

sabato 4 agosto 2012

Ora dei pulcini pio

Cominciò ad avere la vaga sensazione di essere ubriaca. La testa dolente, il corpo stanco e pesante, pesante come il cuore, annerito, da trascinarsi dietro.
 La sua anima persa dentro da qualche parte, impegnata nel tentativo di impedire alle emozioni di salire senza freni alla bocca e alla testa.
Vide la superficie del mare, ed il mondo fuori, il cielo liquido e le stelle lucide, coperte dal velo della superficie del mare. Un dipinto. Poi le emozioni e l'ubriachezza ebbero la meglio.
 Si lasciò scivolare, senza peso, nell'acqua scura, brodaglia calda e nera che è il mare, la sera. Perse i sensi, scivolando in un sonno dolce. Lì, nell'abbraccio delle onde, nel ventre del mare. Avvolta.
 Il mare la consegnò alla riva, una riva dalla sabbia morbida che accolse quel corpo sottile, quei fianchi, quei seni, quei lunghi capelli e quel viso accarezzato dal sonno dolce e ubriaco. Il mare la lasciò lì, stesa sulla sabbia, il corpo abbandonato e nudo e bellissimo e ubriaco e accarezzato dalla luna pallida, il cui riflesso faceva splendere (come se per una volta alla luna non gliene fregasse niente di essere la più bella), la lunga coda.