sabato 4 agosto 2012

Ora dei pulcini pio

Cominciò ad avere la vaga sensazione di essere ubriaca. La testa dolente, il corpo stanco e pesante, pesante come il cuore, annerito, da trascinarsi dietro.
 La sua anima persa dentro da qualche parte, impegnata nel tentativo di impedire alle emozioni di salire senza freni alla bocca e alla testa.
Vide la superficie del mare, ed il mondo fuori, il cielo liquido e le stelle lucide, coperte dal velo della superficie del mare. Un dipinto. Poi le emozioni e l'ubriachezza ebbero la meglio.
 Si lasciò scivolare, senza peso, nell'acqua scura, brodaglia calda e nera che è il mare, la sera. Perse i sensi, scivolando in un sonno dolce. Lì, nell'abbraccio delle onde, nel ventre del mare. Avvolta.
 Il mare la consegnò alla riva, una riva dalla sabbia morbida che accolse quel corpo sottile, quei fianchi, quei seni, quei lunghi capelli e quel viso accarezzato dal sonno dolce e ubriaco. Il mare la lasciò lì, stesa sulla sabbia, il corpo abbandonato e nudo e bellissimo e ubriaco e accarezzato dalla luna pallida, il cui riflesso faceva splendere (come se per una volta alla luna non gliene fregasse niente di essere la più bella), la lunga coda.

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