Mi piacerebbe lavorare in una stazione. Sono bei posti, le stazioni.
In una stazione non troppo piccola, così che nessuno possa conoscerti veramente, e non troppo grande, così che i treni non siano troppo grandi o troppo puntuali.
Potrei avvertire la gente di non avvicinarsi troppo ai binari, che poi c'è una variazione della pressione e si sbilanciano e muoiono.
E potrei poi ascoltare chi questa cosa della pressione la sa già e ha deciso di farla finita.
Potrei dare il benvenuto alla gente che arriva.
Ed abbracciare chi deve lasciar partire.
Potrei avvisare al microfono dei treni che arrivano (sì, lo so, questo lavoro esiste già) ed imparare nuove lingue e modi in cui dirlo. Tipo "Buongiorno! il treno delle tre è in ritardo, se a qualcuno va un caffè mi raggiunga al bar." oppure "Buonasera, facciamo tutti insieme una ola per il treno delle sette che ha ben cinque minuti di anticipo!".
Son bei posti, le stazioni.
Sono punti fermi che si lasciano attraversare dal mondo. Sono teatri della vita.
E poi a me piacciono gli abbracci. E allora come potrei, non voler lavorare in una stazione?!
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domenica 2 dicembre 2012
giovedì 12 gennaio 2012
Ora dei piedi freddi
(Post ad alto contenuto di glucosio, stare alla larga se tendenzialmente diabetici)
Giorni che scivolano e si portano addosso un'inquietante vuotezza.
Come una stanza con le pareti bianche.
Come una stanza vuota con le pareti bianche.
E senza musica.
Ecco come.
Senza musica.
Senza soffio vitale.
Andiamo via. Su, dai, andiamo via. Mangeremo bacche e sogni. E non sapremo mai se è Sabato o Mercoledì. Andiamo via. Vediamo il mondo e riempiamoci gli occhi di ogni emozione. Corriamo. O rotoliamo giù per le colline con la stessa felicità dei bambini. Se ci vien voglia di farlo. Cantiamo. E ordiniamo alla gente di cantare con noi. E balliamo, senza saper ballare. Non importa.Fermiamoci ogni giorno a cercare nuovi colori nel tramonto. E contiamo le stelle, e se non ci sono allora contiamo le nuvole. Sfidiamo il tempo intero, perdendo gli orologi.
Casa sarà dove saranno i nostri abbracci.
Quindi andiamo via.
Non per sempre.
Poi, dopo un po', credo mi piacerebbe tornare.
E allora saranno stanze piene di cianfrusaglie e con le pareti colorate.
E con la musica.
Ecco come.
Con la musica.
Giorni che scivolano e si portano addosso un'inquietante vuotezza.
Come una stanza con le pareti bianche.
Come una stanza vuota con le pareti bianche.
E senza musica.
Ecco come.
Senza musica.
Senza soffio vitale.
Andiamo via. Su, dai, andiamo via. Mangeremo bacche e sogni. E non sapremo mai se è Sabato o Mercoledì. Andiamo via. Vediamo il mondo e riempiamoci gli occhi di ogni emozione. Corriamo. O rotoliamo giù per le colline con la stessa felicità dei bambini. Se ci vien voglia di farlo. Cantiamo. E ordiniamo alla gente di cantare con noi. E balliamo, senza saper ballare. Non importa.Fermiamoci ogni giorno a cercare nuovi colori nel tramonto. E contiamo le stelle, e se non ci sono allora contiamo le nuvole. Sfidiamo il tempo intero, perdendo gli orologi.
Casa sarà dove saranno i nostri abbracci.
Quindi andiamo via.
Non per sempre.
Poi, dopo un po', credo mi piacerebbe tornare.
E allora saranno stanze piene di cianfrusaglie e con le pareti colorate.
E con la musica.
Ecco come.
Con la musica.
sabato 11 giugno 2011
Ora dei disegni
Raschia nella gola,
ma devi nutrirti,
oppure no,
ti piacerebbe rimanere immobile
troppo stanca perfino per muoverti
e ingerire qualcosa.
Ti piacerebbe che il tuo corpo si sgretolasse piano
mentre le lacrime
pesanti come piombo
trovano -almeno loro-
la forza di uscire allo scoperto.
Dove tieni stretta al petto
la tua solitudine
che sola ti è rimasta
tra le braccia.
giovedì 14 aprile 2011
Ora dei boschi
La verità è che anche se te lo chiedono milioni di volte al giorno, non gliene frega a nessuno di sapere come stai. Ma va bene comunque, solo il fatto che qualcuno voglia usare qualche scusa inutile per parlare con te, va bene comunque.
La verità è che poi vogliono sapere le cose. Quando delle cose non gliene frega niente. Vogliono sapere che cosa ti andrebbe, così, per dire. E di cosa ti andrebbe, non gliene frega nulla a nessuno, questa è la verità.
Ma va bene comunque, nessuno può avere alcuna pretesa e va bene, va bene comunque.
La verità è che non gliene frega minimamente a nessuno che cosa fai, che cosa hai mangiato a pranzo, che cosa hai fatto stamattina. E va bene comunque, son cose che si dicono per conversare, e va bene, va bene comunque, lo si fa tutti e basta.
Però una volta, una volta nella vita, sarebbe bello che qualcuno chiedesse Come stai, e volesse veramente saperlo. Sarebbe bello che qualcuno avesse la voglia di chiederti Cosa ti andrebbe di fare, solo per il desiderio di esaudire una tua pretesa, per quanto stupida che sia, non importa, solo per il desiderio di fare una cosa per te.
Sarebbe bello, che la verità a volte non fosse poi così tanto vera. Perchè la verità è che a volte no, non va bene comunque.
lunedì 17 gennaio 2011
Ora dei nucleoli
Perchè poi, in quei dieci minuti della giornata in cui lasci riaffiorare tutto ciò che non deve, perchè in questo modo le verità un po' più scomode hanno la loro considerazione e non rischiano di farti scoppiare... Perchè in quei minuti, amari ma non troppo, ti accorgi di essere incapace.
Incapace di parlare.
Incapace di lasciar correrti le cose addosso.
Incapace alla costanza nelle cose.
Incapace di negarti di essere acida troppo spesso.
Incapace di prendere la strada più difficile e scegliere sempre quella più comoda.
Incapace di imparare una lezione e farne realmente tesoro.
Incapace di fare i passi avanti sperati.
Incapace di essere dolce, solo per il gusto di sprofondare nel banale, solo perchè ne hai voglia, di dire una cosa bella.
Incapace di smetterla con i complessi e cominciare con la vita seria.
Incapace di nutrirmi con ciò che mi è stato regalato, ed è veramente tanto, e io sono tanto fortunata.
Incapace di trovare un equilibrio meno instabile, con tutto che, l'ho detto, sono stata tanto fortunata.
Incapace di migliorare.
Incapace di essere realmente utile.
Incapace di smetterla di fare di un po' di tristezza un problema esistenziale.
E questo è quanto.
domenica 26 settembre 2010
Ora dei collant smagliati
A me, le feste gne gne dove tutti si vestono gne gne e le ragazze dicono alle amiche Hai visto quella come si è vestita gne gne e tu sei lì e gli altri ti guardano e tu devi stare lì e così va avanti tutta la serata, non piacciono. Niente da fare, ho provato a farmele piacere, ma le feste così proprio non mi piacciono. Sono un po' come i funerali, dove tutti vanno e si salutano ed è tutto così maledettamente triste e inutile. E' una farsa. Le feste poi, se non ti piace ballare quelle cose lì che ballano tutti, sono davvero fastidiose. Fastidiose come quelle zie che ti guardano mentre ti stai vestendo e ti dicono Bella mia non puoi andare in giro così e la volta dopo ti vogliono propinare i loro vestiti di quando erano giovani e andavano in discoteca e non c'è niente di male ad andare in discoteca, solo che, ecco, zia, non mi piace... e loro che poi tirano fuori quel vestito trasparente di quando sono uscite la prima volta con lo zio, e a te viene da ridere perchè in quel momento stai pensando alla prima volta che sei uscita con il tuo attuale ragazzo e da sotto al cappotto avevi la maglietta del pigiama tanto non dovevate andare da nessuna parte. Certo, poi ripensi alla prima volta che sei uscita con un ragazzo e ti ricordi le urla dei tuoi piedi in quelle maledette scarpe bellissime.
Sarà che sono stata progettata veramente male, ma a me le feste così proprio non piacciono.
Ecco.
lunedì 26 luglio 2010
Ora dei J.F.
Due parole veloci.
Una è partire.
Partire, rifare la valigia, controllare una due venti volte di non aver dimenticato per lo meno il necessario, dirsi alla fine che è inutile: qualcosa l'avrò dimenticata. Ma non dispero, quello che importa è avere tanta voglia di partire. E quella c'è, eccome se c'è. (Attenzione, terrei a far notare che questa volta non è come al solito Voglia di scappare, bensì Voglia di partire, che è una cosa assolutamente diversa). Per il resto, per adesso ci piazzerei un Chissà, poi al ritorno mi metto con la santa pazienza e racconto (e non vi aspettate che lo faccia in maniera normale Sono stata a Ho visto Mi sono divertita, racconterò, promesso, a modo mio ma racconterò).
[Lascio questo post a metà, mancanza di tempo...uf.]
[A presto]
Una è partire.
Partire, rifare la valigia, controllare una due venti volte di non aver dimenticato per lo meno il necessario, dirsi alla fine che è inutile: qualcosa l'avrò dimenticata. Ma non dispero, quello che importa è avere tanta voglia di partire. E quella c'è, eccome se c'è. (Attenzione, terrei a far notare che questa volta non è come al solito Voglia di scappare, bensì Voglia di partire, che è una cosa assolutamente diversa). Per il resto, per adesso ci piazzerei un Chissà, poi al ritorno mi metto con la santa pazienza e racconto (e non vi aspettate che lo faccia in maniera normale Sono stata a Ho visto Mi sono divertita, racconterò, promesso, a modo mio ma racconterò).
[Lascio questo post a metà, mancanza di tempo...uf.]
[A presto]
mercoledì 30 giugno 2010
[Comunicazionediservizio]
Perdonatemi l'assenza, ma come scrivevo qualche giorno fa nei commenti del post sotto, mi sono trasferita in uno di quei posti senza wi-fi. Ovviamente, non per sempre e, sempre ovviamente, tornerò (credevate di esservi liberati di me...). Auguro a tutti buone vacanze, le mie sono cominciate alla grande e poi quando capita vi racconto qualcosina. A presto.
Dira.
Dira.
martedì 8 giugno 2010
Ora dei sorbetti al limone
Prigione, 8 Giugno Duemiladieci.
Mia cara vecchia affascinante Signora,
ci incontriamo di nuovo.
Noto che lei non è cambiata affatto (d'altronde, come può?), è sempre in gran forma, splendida nera dama.
Suo malgrado non posso non farle notare che a mutare, tra le due, sono stata io, non per niente è un bel po' che non ci incontriamo (non ha avuto l'occasione e in un certo qual modo il "permesso" di raggiungermi); ma ora che ho davanti agli occhi le sue bellissime labbra velenose, devo dirle, o più solennemente annunciarle, di non gradire la sua presenza e farò di tutto per tenerla lontana dalla mia persona il più possibile.
Per quanto ancora debole, fragile, insuslo ammasso di materia, sono cresciuta.
Ed è con il sorriso sulle labbra, che le comunico che questa volta, mia dolce Solitudine, questa volta ti farò un culo così.
Ecco, la fine originale era L'avrò vinta io, però poi ho pensato che non rendeva bene l'idea.
Mia cara vecchia affascinante Signora,
ci incontriamo di nuovo.
Noto che lei non è cambiata affatto (d'altronde, come può?), è sempre in gran forma, splendida nera dama.
Suo malgrado non posso non farle notare che a mutare, tra le due, sono stata io, non per niente è un bel po' che non ci incontriamo (non ha avuto l'occasione e in un certo qual modo il "permesso" di raggiungermi); ma ora che ho davanti agli occhi le sue bellissime labbra velenose, devo dirle, o più solennemente annunciarle, di non gradire la sua presenza e farò di tutto per tenerla lontana dalla mia persona il più possibile.
Per quanto ancora debole, fragile, insuslo ammasso di materia, sono cresciuta.
Ed è con il sorriso sulle labbra, che le comunico che questa volta, mia dolce Solitudine, questa volta ti farò un culo così.
Ecco, la fine originale era L'avrò vinta io, però poi ho pensato che non rendeva bene l'idea.
mercoledì 5 maggio 2010
Ora dei film western
Ti voglio. Tralasciamo sulla quantità.
Tralasciamo sul come
sul dove
sul quando.
Mentre il perchè mi sembra fin troppo chiaro.
Ti voglio. E basta.
Tralasciamo sul come
sul dove
sul quando.
Mentre il perchè mi sembra fin troppo chiaro.
Ti voglio. E basta.
lunedì 15 marzo 2010
Ora degli stregatti
Programmi per il futuro:
1-smettere di mangiare così tanto tantissimo
2-boicottare la Coca Cola (Ebbene sì, gente, BOICOTTARE)
3-sposare il Cappellaio Matto
4-ah, no, prima trovare il Cappellaio Matto
5-raggiungere il nirvana
6-fermare il degrado ambientale
7-diventare la più abile scrittrice contemporanea
8-diventare la più abile latinista contemporanea (e direi che questo è più urgente, viste le condizioni...)
9-scrivere una filastrocca insensata al giorno
10-sconfiggere il male
11-scoprire il teletrasporto (a proposito, qualcuno conosce Goku?)
12-imparare a volare
13-fermare il tempo
14-trovare il mantello dell'invisibilità
15-smetterla con le cazzate e pensare alle cose serie (vedi lista soprastante)
No, non sono ambiziosa, qui siamo gente seria con obiettivi seri, mica ciance. Eh.
Dimenticavo, buon inizio settimana.
1-smettere di mangiare così tanto tantissimo
2-boicottare la Coca Cola (Ebbene sì, gente, BOICOTTARE)
3-sposare il Cappellaio Matto
4-ah, no, prima trovare il Cappellaio Matto
5-raggiungere il nirvana
6-fermare il degrado ambientale
7-diventare la più abile scrittrice contemporanea
8-diventare la più abile latinista contemporanea (e direi che questo è più urgente, viste le condizioni...)
9-scrivere una filastrocca insensata al giorno
10-sconfiggere il male
11-scoprire il teletrasporto (a proposito, qualcuno conosce Goku?)
12-imparare a volare
13-fermare il tempo
14-trovare il mantello dell'invisibilità
15-smetterla con le cazzate e pensare alle cose serie (vedi lista soprastante)
No, non sono ambiziosa, qui siamo gente seria con obiettivi seri, mica ciance. Eh.
Dimenticavo, buon inizio settimana.
lunedì 22 febbraio 2010
Ora dei punti e accapo
Io sono arrivata al punto di trovare il coraggio e cambiare. Ho cominciato da qui. Ho lasciato che il blog mi seguisse, cambiasse come sto (volontariamente o meno) cambiando e crescendo adesso io.
Nuovo template. Il blu non mi dispiaceva, però era arrivato il momento di togliere tutta quell'oscurità e quella penombra. Mi ci voleva qualcosa di un tantino colorato, come la primavera di cui tanto ho bisogno e che sembra lontana anni luce di qui. Sì, forse è stata la voglia di primavera, e l'ho lasciata entrare nella mia seconda casa, così, spalancando le finestre e godendomi la sua luce.
Nuovo nick. Questa è stata una decisione ardua, tanto. Quasi una pazzia. L'avrei voluto fare da un sacco di tempo. Quando ho aperto il blog (e anche questa è stata un po' una pazzia), l'ho messo così, come primo che mi è venuto, perchè mi ricordava una persona che stimavo tanto e che scriveva anche lei. Non è stato un furto, non intenzionato, almeno. Poi tutti hanno cominciato a chiamarmi così e non l'ho più tolto, per pigrizia, per paura di stravolgimenti eccessivi. Ora però mi stava stretto davvero. Quindi ne ho tirato fuori uno che usavo da tempo e l'ho messo anche qui. Dira è la bambina di Oceanomare, quella della locanda Almayer. Sono legata a quel nick almeno quanto a quel libro (ed è tanto, tanto...). Ora sono più Io.
Spero piacciano i cambiamenti, ma se non piacciono non importa, piacciono a me, questo periodo transitorio di crescita e cambiamento e queste novità qua dentro, e questo è l'importante.
Nuovo template. Il blu non mi dispiaceva, però era arrivato il momento di togliere tutta quell'oscurità e quella penombra. Mi ci voleva qualcosa di un tantino colorato, come la primavera di cui tanto ho bisogno e che sembra lontana anni luce di qui. Sì, forse è stata la voglia di primavera, e l'ho lasciata entrare nella mia seconda casa, così, spalancando le finestre e godendomi la sua luce.
Nuovo nick. Questa è stata una decisione ardua, tanto. Quasi una pazzia. L'avrei voluto fare da un sacco di tempo. Quando ho aperto il blog (e anche questa è stata un po' una pazzia), l'ho messo così, come primo che mi è venuto, perchè mi ricordava una persona che stimavo tanto e che scriveva anche lei. Non è stato un furto, non intenzionato, almeno. Poi tutti hanno cominciato a chiamarmi così e non l'ho più tolto, per pigrizia, per paura di stravolgimenti eccessivi. Ora però mi stava stretto davvero. Quindi ne ho tirato fuori uno che usavo da tempo e l'ho messo anche qui. Dira è la bambina di Oceanomare, quella della locanda Almayer. Sono legata a quel nick almeno quanto a quel libro (ed è tanto, tanto...). Ora sono più Io.
Spero piacciano i cambiamenti, ma se non piacciono non importa, piacciono a me, questo periodo transitorio di crescita e cambiamento e queste novità qua dentro, e questo è l'importante.
venerdì 15 gennaio 2010
Ora delle testedormienti
What would be your ideal house?
"Ecco, e ora come si spiega che si vorrebbe una casa stile Locanda Almayer di Oceanomare? Poi in inglese..."
-My ideal house would be near the sea, ma neanche troppo vicina, di quelle che il mare puoi guardarlo senza esserci troppo dentro, senza perderti... finchè lo vuoi, finchè puoi. Sarebbe una vecchia costruzione in legno, con la luce che entra ovunque e dentro ci sarebbe il sapore delle cose Vere, un tavolo con tanti fogli di carta, e appese al muro mille poesie, tanti divani, una sala con un pianoforte a coda, solo, lontano dai vicini che dormono e i bambini che piangono. Ci sarebbe un piano superiore con un letto grande e comodo, e poi una stanza con tante fotografie in bianco e nero. Ci sarebbe una soffitta dove dimenticare le cose e lasciarle impolverare per poi riprenderle. Ci sarebbero tanti cuscini ovunque. E cioccolate calde d'inverno, e tè d'estate, e tappeti e tende. Mi piacerebbe chiamarla Casa. E mi piacerebbe che dentro ci fosse anche un po' di felicità. La mia.
"Ecco, e ora come si spiega che si vorrebbe una casa stile Locanda Almayer di Oceanomare? Poi in inglese..."
-My ideal house would be near the sea, ma neanche troppo vicina, di quelle che il mare puoi guardarlo senza esserci troppo dentro, senza perderti... finchè lo vuoi, finchè puoi. Sarebbe una vecchia costruzione in legno, con la luce che entra ovunque e dentro ci sarebbe il sapore delle cose Vere, un tavolo con tanti fogli di carta, e appese al muro mille poesie, tanti divani, una sala con un pianoforte a coda, solo, lontano dai vicini che dormono e i bambini che piangono. Ci sarebbe un piano superiore con un letto grande e comodo, e poi una stanza con tante fotografie in bianco e nero. Ci sarebbe una soffitta dove dimenticare le cose e lasciarle impolverare per poi riprenderle. Ci sarebbero tanti cuscini ovunque. E cioccolate calde d'inverno, e tè d'estate, e tappeti e tende. Mi piacerebbe chiamarla Casa. E mi piacerebbe che dentro ci fosse anche un po' di felicità. La mia.
giovedì 22 ottobre 2009
Ora delle panchine parlanti
"Mi serve un'esperienza di vita" (cit.). Tipo prendere un treno e partire e cambiare aria. Tipo i prati della Scozia. Tipo provare a volare. Tipo cambiare quello che mi sta stretto. Tipo un pomeriggio di shopping nel più grande centro commerciale del mondo. Tipo una cioccolata calda nel posto giusto con le persone giuste. Tipo andare a vivere in un posto dove c'è tanta luce. E tanta serenità. Un posto dove svegliarsi con calma e senza occhiaie, e sentire qualcuno col respiro sereno al tuo fianco. Un posto dove cantare. Voglia di rivoluzione. Chè qui c'è sempre la stessa minestra riscaldata. Non basta. Non basta più niente.
mercoledì 23 settembre 2009
Ora di ciò che è raro e strano
C'è chi è nervoso per un motivo, chi malinconico, chi arrabbiato, chi stanco, chi offeso, chi depresso. Ma non vedo nessuno pienamente felice. O almeno sereno. Sarà il periodo, sarà la pioggia, chissà. Per fortuna è solo un momento, uno scorcio di vita, volerà via come il resto. Me lo ha detto anche lei. Ed è forse anche per questo, che sono un po' più speranzosa, tranquilla, meno nervosa. Buon Mercoledì.
martedì 8 settembre 2009
Ora di chi si sveglia presto
Avete presente quando sentite che c'è qualcosa di cui avete bisogno, senza avere la più pallida idea di cosa sia? Può essere qualsiasi cosa, un cioccolatino, un nuovo paio di scarpe, una passeggiata. Erano un paio di giorni che mi sentivo così. Capita. Poi, senza preavviso, la soluzione.
Ti voglio bene. Avevo solo bisogno di sentirmelo dire.
Ti voglio bene. Avevo solo bisogno di sentirmelo dire.
lunedì 10 agosto 2009
Ora dei quarti d'ora di panico
-Domani partiamo. E tu vieni con noi.
-Dove e per quanto tempo.
-Turchia. Una settimana.
-Bene. Devo accendere il computer.
-Poi fai la valigia.
-Va bene.
-Dove e per quanto tempo.
-Turchia. Una settimana.
-Bene. Devo accendere il computer.
-Poi fai la valigia.
-Va bene.
venerdì 7 agosto 2009
Ora delle piadine al prosciutto crudo
L'altro giorno ero seduta sul dondolo con un'amica.
-Oggi voglio tante cose.
-Cosa?
E giù a scrivere una lista sulle note dell'I-phone. Mi permetto, senza un motivo preciso, di riportare qui la lista dei miei voglio.
1 Gatto
1 Gelato ai gelsi rossi
Tornare in Scozia
1 Frappucino al cioccolato
Lavorare alla Starbucks
1 Maglietta dei Nirvana
1 Maglietta con su scritto I Love Shoes, Bags and Boys.
1 Mojito
Cantare
Lui
1 Smalto bordeaux non troppo scuro
1 Birra
Cambiare i colori del blog
-Questo non lo scrivo.
-E perchè?
-Sono mesi che dici che vuoi cambiare i colori del blog.
-Questa volta faccio sul serio.
-Oh, no.
-Oh, si.
-Oggi voglio tante cose.
-Cosa?
E giù a scrivere una lista sulle note dell'I-phone. Mi permetto, senza un motivo preciso, di riportare qui la lista dei miei voglio.
1 Gatto
1 Gelato ai gelsi rossi
Tornare in Scozia
1 Frappucino al cioccolato
Lavorare alla Starbucks
1 Maglietta dei Nirvana
1 Maglietta con su scritto I Love Shoes, Bags and Boys.
1 Mojito
Cantare
Lui
1 Smalto bordeaux non troppo scuro
1 Birra
Cambiare i colori del blog
-Questo non lo scrivo.
-E perchè?
-Sono mesi che dici che vuoi cambiare i colori del blog.
-Questa volta faccio sul serio.
-Oh, no.
-Oh, si.
mercoledì 5 agosto 2009
Ora dei coltellini nel calzino del kilt
L'aereo che parte. Il rumore dei motori. Le luci spente per un istante. Gli occhi socchiusi, un po' per la stanchezza, un po' per la sensazione di sconfitta. Ha vinto lui, il tempo, sfuggendomi di mano. Ha vinto lui, anche 'sta volta. Coming back home. Già, casa, ma questa volta non ha un sapore così dolce. Non vedo nessun pro sotto la voce Tornare a casa. Nessuno. Neanche le persone che sono lì. Persone che mi vogliono bene, e quando scenderò da questo aereo mi abbracceranno e mi chiederanno com'è andata. Ma il fatto è che a casa, io non vedo nessuno che mi aspetta. Dico proprio aspettare sul serio. Chiamatelo egocentrismo, va bene.
Una foto. Passare in rassegna tutti i bei momenti, giorno per giorno, sorridere e ricordare, ripercorrere con il dito questo breve spazio di vita. Sono stata bene.
Un paio di occhi blu. Color piscina. Che mi entravano dentro. Che ridevano. Che scherzavano. Che ballavano e poi sparivano mentre io. Io. Lì ferma immobile a perdermici dentro. Con un sorriso diverso, vero, che credevo impossibile. Credo che me li porterò dentro, quegli occhi lì. Ma c'è sempre tempo per raccontare, una cosa per volta, lo prometto, se sarai qui ad ascoltarmi ti dirò tutto. E mischiare il ricordare al vivere, un po' per volta, piano piano.
Tempo, sai, ora che sono qui non mi frega più niente di te. Prenderò quello che mi serve e il resto, forse, lo regalerò ai ricordi.
Bentornata a casa. Bello, sentirselo dire. Grazie. E cerca di vedere i lati positivi. Qui c'è il wifi, il blog e tutta la grande famiglia di blogger che leggo e commento, il mare, e un'ottima cucina. (Without onion, please!)
Una foto. Passare in rassegna tutti i bei momenti, giorno per giorno, sorridere e ricordare, ripercorrere con il dito questo breve spazio di vita. Sono stata bene.
Un paio di occhi blu. Color piscina. Che mi entravano dentro. Che ridevano. Che scherzavano. Che ballavano e poi sparivano mentre io. Io. Lì ferma immobile a perdermici dentro. Con un sorriso diverso, vero, che credevo impossibile. Credo che me li porterò dentro, quegli occhi lì. Ma c'è sempre tempo per raccontare, una cosa per volta, lo prometto, se sarai qui ad ascoltarmi ti dirò tutto. E mischiare il ricordare al vivere, un po' per volta, piano piano.
Tempo, sai, ora che sono qui non mi frega più niente di te. Prenderò quello che mi serve e il resto, forse, lo regalerò ai ricordi.
Bentornata a casa. Bello, sentirselo dire. Grazie. E cerca di vedere i lati positivi. Qui c'è il wifi, il blog e tutta la grande famiglia di blogger che leggo e commento, il mare, e un'ottima cucina. (Without onion, please!)
martedì 7 luglio 2009
Ora dei prendimieportamivia 2
Giusto perchè non voglio cominciare male il viaggio, diamine!
Nella mia valigia, c'è spazio per tutto quello che non posso non portarmi appresso. Come tutte le valigie e come tutte le persone, lo so. Ma dovendo fare una scelta- Non ti puoi portare la casa! (o la vita)- organizzerò meglio la mia valigia.
Nella mia valigia, c'è spazio per gli amici, i sorrisi, gli abbracci e le parole.
Nella mia valigia, c'è spazio per i campeggi improvvisati, le battaglie di coriandoli, le belle e grasse risate; c'è spazio per un po' di sole e un po' di questo cielo qui.
Nella mia valigia, non c'è spazio per le vecchie e putride ferite, nè per nuove ossessioni, nè per depressione, nè per pregiudizi, nè per niente di niente. C'è spazio per la pasta al forno della nonna o le orecchiette con le cimderuep nominate in precedenza. Ci metterei un po' di entusiasmo, un po' di menefreghismo (nel limite, si intende) e una penna azzurra che mi piace tanto.
Ma lascerei uno spazio vuoto, una pagina bianca, da riempire con tutto ciò che di bello troverò e vorrò portare con me. Un po' di mare, un po' di Scozia, un po' di tè. Ecco, è così che voglio la mia valigia, è così che la riempirò. D'accordo, metterò anche un po' di blog. Sono pronta. (Cavolo, sembra che mi aspetta chissà che cosa...). L'ultimo bacio alla Nonna che ha promesso che al ritorno troverò tante cose buone... e poi via.
Poi vi racconto qualcosina, se vi va.
Nella mia valigia, c'è spazio per tutto quello che non posso non portarmi appresso. Come tutte le valigie e come tutte le persone, lo so. Ma dovendo fare una scelta- Non ti puoi portare la casa! (o la vita)- organizzerò meglio la mia valigia.
Nella mia valigia, c'è spazio per gli amici, i sorrisi, gli abbracci e le parole.
Nella mia valigia, c'è spazio per i campeggi improvvisati, le battaglie di coriandoli, le belle e grasse risate; c'è spazio per un po' di sole e un po' di questo cielo qui.
Nella mia valigia, non c'è spazio per le vecchie e putride ferite, nè per nuove ossessioni, nè per depressione, nè per pregiudizi, nè per niente di niente. C'è spazio per la pasta al forno della nonna o le orecchiette con le cimderuep nominate in precedenza. Ci metterei un po' di entusiasmo, un po' di menefreghismo (nel limite, si intende) e una penna azzurra che mi piace tanto.
Ma lascerei uno spazio vuoto, una pagina bianca, da riempire con tutto ciò che di bello troverò e vorrò portare con me. Un po' di mare, un po' di Scozia, un po' di tè. Ecco, è così che voglio la mia valigia, è così che la riempirò. D'accordo, metterò anche un po' di blog. Sono pronta. (Cavolo, sembra che mi aspetta chissà che cosa...). L'ultimo bacio alla Nonna che ha promesso che al ritorno troverò tante cose buone... e poi via.
Poi vi racconto qualcosina, se vi va.
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