lunedì 29 novembre 2010

Ora dei sogni con le scarpe

N è una ragazza che ricordo con piacere. Se ne stava lì, sola, mentre noi altri stavamo lì, insieme. Tutti dicevano che N era scema, o forse depressa, o forse tremendamente sola. Ma io ne ero attratta, nel senso, come può attrarre una persona che, si vede lontano un miglio, ha delle storie addosso. E nella fretta tutti le facevano mille domande, per convenienza, o forse perchè perfino a qualcuno, interessavano davvero, le storie di N.
E lei, quando le facevano le domande, perchè volevano sapere, sorrideva e ringraziava, e poi spariva. Voglio dire, di essere lì era lì, solo che - il suo sguardo - era come se non fosse lì, era come se guardasse, ma all'interno. Le persone le accennavano un sorriso imbarazzato e si allontanavano, lasciandola lì, o forse altrove.
Anch'io volevo sapere le sue storie, volevo possederle, volevo raccontarle, volevo capirle e tenerle tra le dita, giocando, come qualsiasi altra storia, anche se triste, che rimane un po' dolce se la arrotoli tra le dita con la carta. Solo che nessuno, neanche io, aveva capito che le storie di N non appartenevano neanche a lei, e nessuno poteva possederle. Non le aveva semplicemente vissute, ma qualcosa di più.
N è una ragazza che ricordo con piacere. Anche se non so le sue storie. Ma io, una volta, l'ho guardata negli occhi, così, per capire. E, in un paradosso, dentro i suoi occhi ho visto storie che conoscevo da sempre. Come se fino ad allora mi stava sfuggendo un minuscolo granello, che è quello che poi mi ha fatto capire che le storie non si possono sempre possedere, ma a volte bisogna sedersi e guardare. Dove ancora non lo so. E poi tacere. Come se nessuna di quelle storie potesse essere, davvero, raccontata.

venerdì 26 novembre 2010

Ora dei cappelli con i pon pon

"Perchè tu possa chiamare qualcuno che non senti da una vita e mezzo, solo perchè ti va, perchè stasera hai voglia di dirgli che hai preso un bel voto in chimica e sei felice, perchè ti va di parlare, perchè ti va di piangere, perchè ti va di dire stronzate. Perchè non dobbiamo dimenticarci di avere la possibilità di farlo, di riprendere amicizie lasciate un metro e mezzo fa, perchè dobbiamo scegliere di avere tempo e voglia per combattere. Contro la vita? Contro noi stessi?

venerdì 19 novembre 2010

Ora delle persone splendide

Questo post è un sacco di cose, è la risposta ad un regalo bellissimo, che è questo , è un dono per una casa nuova, che sarebbe sempre questa, e poi è l'occasione per ricordare, a chiunque passi di qui, che le cose belle della vita esistono davvero.

Avevo intenzione di lasciarti un commento... ma poi ho pensato che no, un commento non sarebbe andato bene... e sono sicura che neanche un post intero, o magari un libro, o un'enciclopedia, adesso, basterà.
E' qualche mese che, da quando ho ricevuto la tua lettera, avrei voluto risponderti. E ci ho provato, non sai quante volte, ma nulla, semplicemente, ho sempre avuto paura di non trovare le parole giuste. Sembra buffo, perchè di parole in testa che vogliono uscire ne ho pure troppe, eppure, nulla, nulla di adatto.
Semplicemente, vorrei dirti che io sono felice. Sono felice di noi, sono felice di tutto ciò che stiamo costruendo, sono felice perchè sono stanca di girarmi e trovare ipocrisia ed egoismo, ma ci siamo noi. Ci siamo noi. C'è la tua amicizia, a salvarmi dal resto. Ci sono le tue splendide parole, precise, esatte, a farmi sentire importante e necessaria. Continua pure a contare su di me, sarò sempre pronta e felice ad aprirti le braccia ed il cuore, e a starti accanto quando sei felice, e quando sei giù e nulla al mondo potrà tirarti su, almeno sappi di non essere sola. Sappi anche, però, che dovrai continuare anche a subirmi, con tutti i miei difetti e le mie paranoie, sappi che dovrai continuare a tenere fra le mani un bel pezzetto del mio cuore, è tuo, e sappi che dovrai continuare ad abbracciarmi sempre e comunque, come già fai ogni giorno. Io ci sono, ci sono per crescere insieme e farlo nel migliore dei modi.
I migliori auguri per la tua casa nuova, sono davvero contenta e da buona amica che si rispetti non posso che farti un dono, anche se magari è inutile e non bellissimo, anche se è solo un soprammobile da spolverare. E quindi ti regalo questo post, ecco, perchè non so fare di meglio.
Ah dimenticavo, tra tutte, ne ho trovata una, di parola.
Che sarebbe Grazie.
Per un'infinità di cose.
La prima, grazie di esistere.
Ti voglio bene Momòs.

giovedì 18 novembre 2010

Ora degli pugni ben assestati

Una delle cose che ama, è quando la sera gira le chiavi nella porta di casa, e piano si immerge nel silenzio. Casa, che dolce suono di silenzio. Fa bene attenzione a lasciare i problemi, la rabbia, la frustrazione e lo stress fuori dalla porta, e poi entra nella sua casa addormentata, dove ha lasciato, quella mattina, la pace e la felicità. Si toglie la sciarpa dal collo, ed il giubbotto, e poi si mette a slacciare le scarpe, prima una, poi l'altra, e libera i piedi. Scivola, nel sacro silenzio, fino alla camera da letto spegnendo le luci dietro di se, ed entra nel pigiama, toglie l'elastico dai capelli, che liberi le scendono sulle spalle, poggia gli occhiali, sul comodino, e si toglie le calze, prima una, poi l'altra, e scivola sotto le coperte, fredde. E poi il momento sublime quando al buio, con un pensiero dolce per la testa, si addormenta.

giovedì 11 novembre 2010

Ora delle parole grosse

E' passato tanto tempo
dalla vera consistenza delle tue parole
dal gusto dolciastro della tua presenza
dal tanfo di amore malato che lasciavi
nella mia bocca
ogni volta che poi, sparivi.
Ci incontreremo, alla fine, un giorno.
Ci incontreremo e mi riconoscerai
ci incontreremo e ti riconoscerò.
Vivo è il bruciore del disinfettante sulle ferite
che adesso, guariranno,
lo faranno una volta per sempre.
E' passato tanto tempo
siamo passati noi.
Il tuo ricordo non è più motivo di sofferenza
ma un modo per dire a me stessa che,
ora che sto bene con il presente,
forse è giunto il tempo di fare i conti con il passato.

Ci incontreremo, alla fine, un giorno.
Ci incontreremo e mi riconoscerai
ci incontreremo e ti riconoscerò.
e quando
il tempo
sarà,
sorridimi
e abbracciami.

venerdì 5 novembre 2010

Ora dei quindi e dei vaffanculi

E poi nulla, si sa, la fetta di pane imburrata atterra sul pavimento sempre dalla parte sbagliata. Che cosa ti aspettavi mica? Che i tuoi sforzi giungessero, come tu avevi ben previsto, intatti, perfetti, appagati, alla tua bocca? Non sia mai, pretendi troppo. Pretendi troppo perfino dalla fetta di pane imburrata con così tanta cura, che cade sul pavimento inevitabilmente dalla parte sbagliata.
C'è la rabbia, oh sì se c'è la rabbia.
Poi c'è la frustrazione, e non sai quanta frustrazione.
C'è anche, perchè no, un bel pizzico di odio.
Perchè ti viene da mandare all'aria tutto, perchè se cerchi di spiegarglielo, al tutto, che potrebbe anche fare lui qualcosa, ogni tanto, per qualche tua assurda fissazione, non capirebbe mica.
Ma alla fine perchè arrabbiarsi?
Si sa, cara, si sa da sempre, anche i nonni dei tuoi nonni dei tuoi nonni lo sapevano, che la fetta di pane imburrata, atterra sul pavimento sempre dalla parte sbagliata.


martedì 2 novembre 2010

Ora dei campanelli verdi

Resta.
Nient'altro, mi serve, adesso. Resta. Queste pareti tacite acconsentiranno alla tua presenza. Resta. E lascia che il silenzio ci porti via. Resta. Permettimi di non saziarmi mai dell'odore della tua pelle. Resta. Quando non riuscirò più a distinguere il battito del tuo cuore, dal mio. Resta. Stringimi. Mandami in estasi sfiorandomi il collo. Poi dammi le tue mani. Resta. E se devi andare via, fallo insieme alla luna. So bene che non sei di mia proprietà, però ecco, stanotte, potrei farti da usufruttuaria. Resta. Soltanto questo. Soltanto un po'.