giovedì 30 aprile 2009

Ora delle matriosche

Oggi ho letto un post in cui una intimava un'altra di finire una storia lasciata a metà. Ecco da dove nasce l'idea di questo post. Mi è venuto in mente un gioco, così, tanto per. Dopo aver spiegato le mie intenzioni (con più o meno la stessa voglia che ha un bambino quando racconta ai coetanei di un nuovo supersupersuper gioco) al fratello, la risposta di costui è stata che potevo tenermi le mie stupidissime e infantilissime (sì, proprio infantilissime) idee per me chè tanto non se ne fa niente. Ma io son qua a scrivere questo post solo per poter dire C'ho provato. Allora, non mi dilungo, ecco il gioco che mi è venuto in mente: Un blogger che non ha nulla di meglio da fare scrive una storia, ma non intera, diciamo un pezzo di storia, poi un altro blogger, prende la storia e ne scrive un altro pezzo, rigirandola a suo piacimento e -ovviamente- con il proprio stile, poi magari un altro, e un altro, e così via finchè se ne ha voglia. Lo so che non è una cosa molto intelligente, ma quando l'ho pensata mi piaceva. Ecco, dubito della riuscita dell'impresa, ma, come si suol dire, tentar non nuoce!
P.S. Se c'è qualcuno interessato (suono del grillo notturno di sottofondo) commentasse, così decidiamo meglio come e quando.

mercoledì 29 aprile 2009

Ora delle lenzuola bianche a pois blugiallirossi

Fino a quando la nostra vista sulla vita è ancora coperta dal roseo mantello dell'infanzia, tutti sono invincibili. Eroi della nostra vita, persone che sanno solo essere felici e donare felicità e amore. Fin quando la nostra vista sulla vita è coperta da codesto mantello, esistono persone le cui braccia saranno sempre aperte per le nostre gioie e i nostri dolori. Braccia confortevoli e rassicuranti, casa sicura e infinita della nostra vita.
Poi d'un tratto ti ritrovi cresciuta. E ti ritrovi davanti a quelle braccia, e alla stessa persona che per otto lunghi anni ha condiviso ogni tuo sorriso e dimezzato ogni pianto, ogni sciocchezza, ogni piccola difficoltà che comporta la vita di una piccola creatura. La persona invincibile che per te ci sarebbe sempre stata. Ma... quella cos'è? Una... lacrima? No, certe persone non possono piangere, loro non possono...
Piangere. Un brivido lungo la schiena. Non è possibile che tu sia capace di soffrire. Quella che soffre per cose inutili, quella che per anni non ha fatto altro che tempestarti con la sua vita -nel bene e nel male- sono io. Tu, non puoi piangere. Cavolo, fa male vederti così.

martedì 28 aprile 2009

Ora delle pagine ingiallite

Cosa ci fai qua? Diamine, non ti è bastata la mia sofferenza? Sei scappato senza lasciare traccia già una volta, ora perchè non lo rifai? Vattene, la tua presenza mi distrugge. Proprio non riesco a liberarmi di te. Sei dietro ogni angolo della mia strada, sei un'ombra scura della mia mente, un'insopportabile ossessione, sei un grande bastardo. Sparisci, e vedi di farlo una volta per tutte.

lunedì 27 aprile 2009

Ora dei vocabolari volanti

Una serata di intoccabile e sacro cazzeggio. E magari una avrebbe potuto anche scriverci un post. Invece erra per il Net. Ritorna sul suo piccolo insignificante blog. Sì, ha deciso, deve cambiare colori, modello, tutto, insomma. Prova a scrivere un post di cui -stranamente- ha già in mente il titolo. Ma a quanto pare la stanghetta lampeggiante non riesce a scoprire alcun rigo. La sua mente oscilla tra il Nothing to say e il Too many (stupid) things to say, nella testa una canzone le cui note iniziali cullano ogni suo pensiero. Ecco, ora batte a ritmo sui tasti neri. Ripensa alla sua giornata e si chiede anche oggi se questa vita vale la pena di essere vissuta e, essendo per lei una domanda retorica, si ripete la promessa fatta a se stessa qualche tempo fa :Vediamo solo come va a finire. In realtà questa è solo una scusa, perchè a lei, diciamolo, l'idea del suicidio la terrorizza. E poi arriva la sera. E il sogno. Sì, l'avete già conosciuta questa qui, ve ne ho gia parlato (quì). Ecco, lei è Eudaimonìa, che significa felicità. Un nome scomodo, difficile da ricordare, difficile da leggere con l'accento al posto leggittimo e attribuito ad una parola che per lei non aveva senso. Da bambina, i coetanei per farla breve la chiamavano "Eudè" e, sebbene anche questo soprannome non le andasse a genio, cominciarono tutti a chiamarla così e nessuno ha mai smesso. Su dai, non andate a rileggere un'altra volta il nome, insomma, l'avete già riletto una cinquantina di volte prima.
Ecco, è così, leggete:
Eu-dai-mo-nì-a
Eudaimonìa. Mi raccomando all'accento. Eudaimonìa.

domenica 26 aprile 2009

Ora delle cravatte viola

Era una signora sulla cinquantina, capelli platinati e vaporosi, sigaretta tra le labbra. Il corpo esile e malandato era coperto da un maglioncino rosso sbiadito ed un paio di jeans fuori moda. Il volto: rughe, rossetto rosso acceso, sguardo diffidente e inorridito,pelle bianca e rugosa. Seno invisibile e gambe esili e lunghe. Cosa faceva? Faceva ciò che fa chi non ha talento, insegnava. Era una di quelle che sanno quanto la vita è stronza e che da lei non bisogna aspettarsi mai nulla. Perchè nulla è quello che -volenti o nolenti- ci viene dato. Lei conosceva il destino dell'uomo. Conosceva il dolce sogno e l'amaro fallimento. Ma non parlava mai di questo. In tutto quel sapere e conoscere, taceva.

sabato 25 aprile 2009

Ora delle sliding doors

C'è un altro mondo, sopra le nostre teste. Ma non so se si possa definire un altro mondo vero e proprio o solo una fazione di questo deciata solo ad alcuni. Gli umani non sono mica tutti uguali. Nascono e vivono i primi anni della loro vita tutti nello stesso modo, ma arriva il momento in cui su alcuni di essi si posa una lacrima di Venere. Ed è allora che oltre ad esseri umani, diventano creature fantastiche. Angeli, sirene, silfidi, fate dei boschi. A seconda del colore della lacrima di
Venere posata su di essi. Ah sì, ci sono anche le fate dalla lacrima nera, esseri più isolati e meno socievoli degli altri. Ovviamente, per le creature, le loro ali devono essere un segreto. Il resto degli esseri umani non creature, si divide in "Custodi" e "non custodi", i "Custodi" sono coloro a cui gli esseri possono rivelare il prezioso segreto, i "Non custodi" non possono venirne a conoscenza e basta. Quindi, alle creature nuove, viene assegnata una stanza e una creatura dello stesso tipo che possa aiutare con il volo e le altre capacità almeno per i primi tempi. Dopo aver imparato a volare, una creatura deve imparare come poterlo fare diventando invisibile. Lavinia è una creatura particolare, infatti su di lei si è posata una lacrima arcobaleno, unica in tutto il regno, che le permette di poter essere qualsiasi creatura. Lei ha scelto di vivere come un angelo. Gli angeli sono tra tutti le creature con le ali più forti e resistenti, ma sono gli unici a non avere poteri come la vista a raggi-x, leggere nella mente e altre di quelle cose lì. Lavinia ha tre amici fantastici, due angeli, Chuck e Eric, e una "Custode", Caterina chiamata Cate.


Vorrei tanto continuare ma...sono davvero stanchissima. Buonanotte e sogni d'oro a chi leggerà in futuro questo post. Ecco, sto delirando.

venerdì 24 aprile 2009

Ora dei jacked

Avvertenze:Questo è un post palloso. Forse scritto solo per convincermi che so -in senso molto largo- scrivere in italiano. Forse in un italiano non troppo distante da quello delle commesse che esordiscono :- Abbiamo rimasto le robe invernali solo per...
Ti viene da piangere. Giuro.

Magari una esce di casa la mattina e pensa che sì, sarà una bella giornata. Definizione di "bella giornata": senza intoppi, imperfezioni, disguidi, errori, dispiaceri, senza tutte quelle piccole cose che le ricordano che non è niente e che rimarrà niente. Una giornata liscia come l'olio. Si spera. Magari -e talvolta è così- più la giornata va avanti e più diventa catastrofica, schifosa, merdosa, odiosa come tutto il resto della sua vita. E si comincia a vivere con l'ansia di arrivare nel letto -traguardo della corsa frenetica della vita- solo per liberarsi da tutto lo schifo in cui ci si trova e assaggiare in modo sublime una delle droghe più dolci del genere umano: il sogno. Lì tutto è perfetto, ma un perfetto diverso dal solito, perchè si aspira a ben più che la normalità e la tranquilla evoluzione degli eventi, ma -ma- al vivere emozioni strabilianti e situazioni impossibili e piacevoli, anche nella loro disgrazia. Mi spiego meglio, se nel sogno accade qualcosa di spiacevole -banale è l'esempio di un ricovero- codeste spiacevoli situazioni non serviranno a far altro che aumentare il proprio "essere al centro della situazione" mentre tutti e tutto sembrano vivere solo per la persona in questione. Magari una esce di casa la mattina e vorrebbe solo che sia sera, ma lo sa, che dopo la sera c'è di nuovo la mattina, e di nuovo l'ansia e di nuovo il sogno. Mattina-angoscia-merda-letto-sogno-mattina-angoscia...
Cosa?Come dite? Che razza di vita? VITA? Io direi che questa non è una vita, questa è a malapena un'esistenza.
Eh? Poveretta?
No, vi sbagliate. E allora mettiamo che questa persona abbia tutto. Tutto nel senso materiale. Cosa si fa? Come si guarisce? Come si riesce a lasciare il sogno e vivere, se non sei meno che niente?

E il niente all'improvviso diventa nulla.

giovedì 23 aprile 2009

Ora del pollo alle mandorle

Un posto che sa di primavera. Un prato pieno di ciliegi in fiore. E un velo di seta rosa poggiato per terra, e una fanciulla dalla pelle bianca. Si sente un profumo. Ma non solo uno. Vari profumi si distendono nell'aria e ti raggiungono. Guardi la mano bianca e tenera versare qualcosa in una tazza celeste. Celeste come questo cielo colorato a pastello. Piano ti poggi sul velo di seta rosa, difronte a lei. Tè. Sei tazze. Ognuna delle quali con colore e profumo diverso. Gli occhietti a mandorla ti osservano. Le due manine bianche ti porgono la tazza celeste. Infuso rosso. Sorseggi piano. Amaro. Dolce. Dolceamaro. Le piccole labbra rosee si poggiano sulla tazza arancione. Arancione come questa felicità colorata a pastello. Si intravede un infuso verde. Un refolo di vento scompiglia i profumi e i capelli scuri della creatura di fronte. E un fiore bianco di un ciliego si posa sul velo di seta rosa.
- Tè al rum di Jamaica.
E tu che pensavi che il rum è una cosa da marinai ubriachi e stanchi. Invece no, ti accorgi che può essere una cosa molto più fine e delicata.
Sul fondo della tazza ancora un goccio rosso di tè.
Il fiore bianco caduto. Eccolo. Il tuo equilibrio.

mercoledì 22 aprile 2009

Ora delle brocche di cristallo.

Cercando un nuovo equilibrio.
Con tanta paura di cadere.
Per poi farmi male.
Cercando un nuovo equilibrio.
Che ciò che andava bene prima ora va più stretto.
Cercando un nuovo equilibrio.
Per smettere di oscillare.
Per mettere ordine nella testa.
Cercando un nuovo equilibrio.
Solo per un altro breve e illusorio attimo di felicità.

lunedì 20 aprile 2009

Ora dei papillon verdi

Posso farti una domanda?
Sì.
Di che colore è il niente?
Bianco.
Perchè?
Boh. Bianco e basta.

domenica 19 aprile 2009

Ora delle labbra al cioccolato

Sento il bruciore dei tuoi occhi su di me. So che mi sei dietro, ti sento, sento il tuo sguardo incollato al mio corpo. Mi piace farti impazzire così. Mi piace rapire così i tuoi occhi. Mi piace sentirmeli scivolare addosso. Ti prego non smettere mai di fissarmi. Ti prego non smettere mai di desiderarmi così.

venerdì 17 aprile 2009

Ora dei foulard arancioni

Forse, ora che mi sei davanti, non pensi più niente. Niente. Ma prima... sì, prima, prima avevi tutta quella voglia di scoprirmi, tutta quella voglia di sapere. Sapere, già, sapere cosa?
Forse chi fossi, forse cosa volessi, forse chi desiderassi. I tuoi occhi fissi su di me e quella tua curiosità. O cosa pensavi mentre mi sussurravi Sono pazzo di te?Cosa, dimmi, cosa?
Forse che non ne avevi abbastanza, forse che mi volevi ancora e ancora e ancora.
Ma adesso che mi sei davanti, non pensi più niente. Niente. Nella tua mente c'è solo lei, giocattolo più nuovo e attraente. Ma lei, ora dimmi, dov'è? é forse al tuo fianco, dimmi, c'è?
No. Mi sa prorpio di no. Un braccio sulla mia spalla. No, non è più il tuo. Un sorriso da amico davanti ai tuoi occhi. No, non è il mio. E il nostro silenzio di chi sa. Sì, anche quel sorriso sa di noi. Ma per quanto può saperne, rimarremo sempre noi, silenziosi nella nostra complicità spezzata. Ora và via, ora và da lei, corri, chè quì non hai più nulla da fare e da dire.

mercoledì 15 aprile 2009

Ora del cioccomandorlatonocciolatoextrafondente Lindt.

Solo una poeSia SilenzioSa e melodioSa.

Sera.
Senza stelle.
Solo pioggia.
Solo pioggia
scende scivola
sciurla
sulla spiaggia
su una
Sera
d'estate
senza stelle.

(thanks to The Brother for the missing words)

martedì 14 aprile 2009

Ora delle chiacchiere al gusto di tè al limone.

Ricordo il tuo abbraccio. Forte. E le nostre lacrime. Sono qui solo per volerti bene. Solo per questo. Sono qui per dirti che ci sono. E che ci sarò sempre. Sono quì per piangere insieme. E per mescolare nelle nostre anime la stessa gioia e lo stesso dolore, che rimarranno parte di noi. Sono quì per vederti sorridere e per sorridere con te. Perchè io sì, io ti voglio bene. E "per sempre" non sembra più una parola così impossibile da usare.

domenica 12 aprile 2009

Ora del patè di olive

Notizie che ti sconvolgono. Cosa avrei potuto fare se non un sorriso idiota? Notizie che ti rendono felice, ma che lasciano un po' l'amaro in bocca. Tu avresti desiderato che fosse felice, ma ora che lo è (e ovviamente tu sei fuori dal progetto di felicità) ti senti un po' tradita. Notizie che non sai come accogliere. Arrivano come frecce spinate ricoperte di fiori. Notizie che ingoi a fatica nascondendo il nodo in gola con un sorriso ebete. Inutile dire che è difficile ammettere quello che si vuole. Anche a se stessi. Ma avere uno spiraglio di possibilità aiuta a tranquillizzare i tuoi dubbi e i tuoi desideri (se pur lo sono). E ora? Ora niente, ora ci si mette da parte e si sparisce, guardando da sotto una coperta invisibile la sua e la sua felicità (scusate ma scrivere "loro" mi da i brividi) e si continua a sfoggiare il sorriso idiota davanti a tutti i "lo sai che...".
Ti accorgi di volere una cosa solo quando l'hai persa.
Ma mia cara, qui non si tratta di "cose". Quì si tratta di quel piccolo stupido muscolo che pulsa. E il mio sta sfoggiando un sorriso ebete come il mio. Evvabbè, cosa si può fare? Pazienza. Gettare veleno non servirà.
Auguri, felicitazioni, e figli maschi.

venerdì 10 aprile 2009

Ora dei dipingitori che dipingono i dipinti

I parrucchieri sono gente strana, puoi dirgli quel che vuoi tanto alla fine fanno come dicono loro. L'unica soluzione è dirgli Divertiti!

mercoledì 8 aprile 2009

Ora delle fate dalla lacrima nera

Ispirato da una conversazione con un'amica.

Siamo tutti esseri sognanti. E tutti siamo tormentati dalle stesse domande. Solo che, quando il sogno si impadronisce di te troppo presto, la scia che lascia nella tua anima è devastante. Troppo presto, solo questo. Niente più, niente meno che lo stesso sognare di tutti. Certo che è strano sentirsi capita quando ormai è troppo tardi. Io di questa vita non ne so un emerito cazzo. Io non posso dare le risposte a quelle domande. Io no. Mia cara amica, ti prego, perdonami perchè voglio che tu sappia che le tue risposte non ce le ho io, io che perdo tempo a pensare, io che la vita non la vivo appieno, cosa potrei mai saperne? Posso solo dirti che il più grande errore che mai potresti fare è perdere tempo a cercare risposte che non si possono trovare. E ti prego, ti prego, non smettere mai di vivere.
Con affetto
Sapo

lunedì 6 aprile 2009

Ora dei cori da pullman




Tramonto. Silenzio. Vista panoramica sul verde.
Prendimi per mano e portami al limite di tutto ciò. Al limite del burrone, con il sole in faccia e la Puglia che si srotola ai tuoi piedi. In mezzo all'erba sul punto più alto di quella collina, urliamo insieme. Urliamo più forte che possiamo. In tutto questo silenzio le nostre urla sul tramonto. Magia. Pura magia. E pace.


domenica 5 aprile 2009

Ora delle tombe etrusche dipinte a fiori

Ecco, i sensi di colpa sono una brutta cosa. Che io sia un'esibizionista è ben noto a tutti, ma quando arrivo al limite me ne accorgo e mi sento in colpa. Specialmente se il mio esibizionismo è a discapito degli altri. Quando mi accorgerò che quella vecchia bacucca stupida incompetente un po' di ragione ad odiarmi ce l'ha? Cavolo, chi mi credo di essere? Cavolo, non so neanche tenere in mano una penna e credo di saper scrivere. Cavolo, la persona che ho difronte è cento volte più brava e volenterosa di me. E umile. Cavolo, tu che lo sai fare, scrivi! Scrivi! Prometto di leggerti. Mi dispiace di essere così. Anche in questo momento, alla fine, sono sempre e solo un'esibizionista.

giovedì 2 aprile 2009

Ora dei pappagalli argentati

La pigrizia è una brutta malattia. Sarà per la primavera che dilaga ormai ovunque, sarà perchè la voglia dell'estate è davvero tanta... ma non riesco più a fare niente. Semplicemente a pezzi. Massì, consoliamoci ancora, l'ultimo sforzo e le ultime gocce di sudore prima di dire Estate. Sembra quasi una parola magica. Estate. La voglio. Ma è ancora tanto tanto lontana. Mi dimentico troppo spesso che ho degli obiettivi da raggiungere prima di poter dire Estate. E io ce le farò, mi spiace, io ce la farò. Raggiungerò i miei obiettivi costi quel che costi, solo per assaporare a pieno la magia di quella parola. Estate. Aspettami.