lunedì 28 settembre 2009

Ora dei pettegolezzi da bimbeminkia

Due vecchi amici. Che si incontrano e si abbracciano. Parlano. Discutono di quel film, o di quel rimpianto, o di quella volta che...
Gia, di quella volta che...
C'era la neve, e la neve in un paesino del sud non cade tutti i giorni, uno due giorni all'anno, se va bene. Ma quella volta era successo un miracolo, c'era neve da una settimana. E per una settimana, il sindaco aveva fatto chiudere le scuole, tutte, per quei centimetri di neve che avevano deciso di scombussolare la vita, perchè se uno non se l'aspetta, non le compra le gomme da neve per l'auto, o le macchine per pulire le strade, o i tetti spioventi e tutte quelle cose li. Quindi c'era la neve, e quattro ragazzi erano seduti al tavolino di un bar, davanti ad una cioccolata calda, di quelle con panna e biscotti, ridevano, scherzavano, parlavano, ed era impressionante con quanta facilità passassero da un argomento all'altro, dai carri allegorici di cartapesta (Che rendevano "famoso" il paesino) alla vita e la morte e i relativi perchè dell'esistenza umana. La neve che cadeva e loro che parlavano. E la bellezza di quei giorni li. Passati tra una chiacchiera ed una palla di neve, ed un vago tentativo di un pupazzo, con tanto di bottoni e carota. Una foto di quattro ragazzi sorridenti ed un pupazzo di neve, che poi si sciolse, lasciando prima un po' di ghiaccio agli angoli delle strade, poi le strade di sempre, quelle che senza neve non avevano magia. La neve si portò con se un po' di cose, per poi farle ritornare con l'acqua del mare, ed ora che anche quello è sparito, sembrano scomparse e perdute nel nulla.
Due amici che si incontrano, si abbracciano, si parlano. Rievocano tutto ciò che qualcosa si è portato via. Non è colpa di nessuno, è successo e basta, come la neve che si scioglie e non dura e fa sparire la magia. Ma in fondo lo sanno, e lo sperano, che magari tra un po', potrà nevicare ancora, lì, in un paesino sperduto del sud.

sabato 26 settembre 2009

Ora dei grandi burri

Parlami. E urlami di tacere. Poi parlami- Dimmi tutto ciò che ti passa nella testa- Dimmi le tue verità sulla vita- Parlami di lei- Piangi, se ti va- Io starò li ad ascoltarti, senza battere ciglio- Grida i dubbi e sospira le certezze, poi ricomincia -piano- a raccontarmi una storia, la tua, la sua, quella che ti va-Non pensare a me-Io non ci sono. Io non esisto. Io non penso. Non voglio. Non piango. Io non ti amo. No. Bugiarda. Ma adesso parlami di lei. Tienimi occupata la mente. Non farmi pensare. Non farmi parlare\
insensibile\
come uno gnomo sorridente di plastica sotto la pioggia\
inutile\
come uno gnomo sorridente di plastica sotto la pioggia\
odiosa\
come uno gnomo sorridente di plastica sotto la pioggia\
infantile\
come uno gnomo sorridente di plastica sotto la pioggia\
stupida\
come uno gnomo sorridente di plastica sotto la pioggia\
come\
me.

giovedì 24 settembre 2009

Ora dei dondoli

Tutte le mattine si sveglia, cerca tastoni gli occhiali sul comodino, li infila, si butta giù dal letto facendo attenzione a non fare rumore... lei dorme ancora. Si trascina in cucina, e comincia ad armeggiare con tazze, caffè, marmellata, nutella, nesquik e cannucce. Quando sembra ad un buon punto, per prima cosa chiama lei, che dorme nella sua stanzetta, lei che per capire su quale pianeta stia traballando ci mette un'ora, lei che è sempre in ritardo per andare a scuola. Si accontenta di un Mmmm...no...latino...zzz. Poi chiama lui. Lui che non ci metterà due minuti per saltare giù dal letto e sistemarsi sul divano per accendere la tv e guardare i cartoni animati, lui che beve il latte dalla tazza ma solo con la cannuccia, lui che passerà ancora una giornata nel suo mondo di spie e 007, combattendo contro il crimine e mettendo in crisi le maestre. Ed infine, permettendole di dormire un po' di più del resto della combriccola, chiama Lei. Lei che si lamenterà dei suoi impicci, e gli augurerà buona giornata, e gli dirà Ci vediamo a pranzo, e sorridendo scrollerà le spalle quando uno o l'altra dei due di cui ho già parlato, imprecherà contro qualche libro cacciatosi non si sa dove o una maglietta persa, o le chiavi di casa messe in chissà quale borsa. Poi, di corsa come al solito, lasceranno vuota la casa.
Non sarà la famiglia del mulino, quella che si sveglia sorridente e immerge la brioche contando i pezzi di cioccolata. Ma credo non occorra aggiungere altro, sono belli così, al naturale.

mercoledì 23 settembre 2009

Ora di ciò che è raro e strano

C'è chi è nervoso per un motivo, chi malinconico, chi arrabbiato, chi stanco, chi offeso, chi depresso. Ma non vedo nessuno pienamente felice. O almeno sereno. Sarà il periodo, sarà la pioggia, chissà. Per fortuna è solo un momento, uno scorcio di vita, volerà via come il resto. Me lo ha detto anche lei. Ed è forse anche per questo, che sono un po' più speranzosa, tranquilla, meno nervosa. Buon Mercoledì.

lunedì 21 settembre 2009

Ora dei pigiami comodi

La cicatrice iniziava sulla coscia, poco sopra il ginocchio, saliva più su, e per vederne la fine doveva sollevare il vestito. Un paio di labbra che la sfiorano. Gli occhi che scorrono\ si fermano\ si trovano\ occhi fissi negli occhi\ occhi persi negli occhi.
Non era troppo bella, o tanto magra, o tanto alta, o tanto bionda. Ma per lui era perfetta. E non si stancava mai di ripeterlo. Poi, un sussurro.
-Guardami fino a lacerarmi la pelle. Guardami fino a bruciarmi l'anima.

venerdì 18 settembre 2009

Ora del lotto alle otto

Rabbia. Quella cosa che ti brucia dentro. Credevo di esserne immune. E invece no, eccola qui. Ennesimo difetto da aggiungere alla lista. Sono gelosa delle mie idee, di quello che voglio, di quello che sono, dei miei sogni. Non sono una persona dal carattere forte, ci sono molte cose che odio di me stessa, ma ci convivo. Ma l'idea che qualcuno possa vivere nel tentativo di essere in tutto e per tutto uguale a me, bè, mi spaventa e mi da fastidio. Primo perchè non credo di essere un buon esempio. Secondo perchè penso che ognuno debba trovare la propria strada, le proprie attitudini, i propri sogni. Diamine, non si può vivere imitando qualcuno! La diversità è una bellissima virtù, e ogni persona, è fantastica com'è. Ed è normale stimare qualcuno, avere cose in comune e cose diverse, trovare se stessi ed accettarsi. Ora, non era mia intenzione fare una lezione di vita a nessuno, anch'io ho ancora tanto da imparare, come tutti. E' solo che mi dispiace, perchè per questo si potrebbe rovinare una bella amicizia. E non voglio. In qualche modo mi sento responsabile, perchè ci sono lati del mio carattere negativi (come i pensieri contorti) che mi dispiacerebbe assumesse qualcun altro. Anche avere il bisogno di scrivere, non è una bella cosa, e ci sono tantissimi altri difetti. Ognuno di noi è un "diversamente abile" (cit.) tutto sta nel scoprire noi stessi, unici, inimitabili e fantastici per quello che siamo.

mercoledì 16 settembre 2009

lunedì 14 settembre 2009

Ora dei cuscini Squib

L'odore della terra bagnata di pioggia, la campagna che piano piano si spegne, il vento che si fa più freddo. Settembre. La cartella, il diario, le pagine dei libri, i compagni di scuola. Settembre. Sulla linea rossa che segna un traguardo e un inizio. Settembre. Eccomi, sono qui. Presente. Pronta? Non ne sono sicura, ma sì, pronta. Tanti buoni propositi, che andranno a farsi fottere, ma rimangono sempre tanti buoni propositi. Le solite cose del primo giorno, i professori vecchi che ti chiedono se hai studiato d'estate, e quelli nuovi che ti chiedono chi sei e cosa vuoi. Ma quest'anno, miei cari ragazzi, c'è una novità. Oltre al dover ammazzarvi di fatica per un sei, oltre a dovervi rovinare quelle schiene davanti ai dannati libri, c'è una novità, una bella novità. Siete stati accorpati, in 26 (27, 28, ma quanti cavolo siete lì) si fa un bel po' di casino, il giro delle interrogazioni è più lungo e nessuno si accorge di voi lì dietro in quinta fila. Sarà proprio un bell'anno scolastico. Buona fortuna!

giovedì 10 settembre 2009

Ora delle felpe rosse strette

Respira. Vai ad aprire la finestra. Respira. Siediti. Puoi stare tranquilla, era solo un falshback, o deja vu, o come vuoi che sia. Quell'odore... sì, quell'odore... una volta uno dei miei maglioncini era stato lavato e stirato in un'altra casa, e sentivo quell'odore strano. Quella sera, quando lo indossai, la passai abbracciata a lui. Sentivo forte l'odore dei suoi capelli mischiarsi a quello del mio maglioncino. Sono passati mesi. E oggi, entrando in casa, casa mia, ho sentito quell'odore, non so che ci fa qui. Così come non so cosa ci faccia lui dentro di me. Così come non so perchè ho perso il controllo. Dovresti. Dovresti tante cose. Dovresti smetterla di scrivere. Dovresti sentirti in colpa. Dovresti dire a quel cavolo di muscolo di non andare sempre e solo a conto suo. Dovresti licenziare il cervello. E che qui nulla sembra andare come deve, e io, tanto per cambiare, non so perchè.

mercoledì 9 settembre 2009

Ora del giglionero

-Cosa scriverai oggi sul blog?
-Quello che mi passa per la testa non appena mi siedo davanti al pc.
-Ma perchè lo fai? Capirai, per quei quattro commentatori che hai... non sanno neanche chi sei!
-Questo lo dici tu.
-Chissà che cosa pensano di te.
-Non oso immaginare.

E perdonatemi se ve lo chiedo. Scrivete pure tutto ciò che volete.

martedì 8 settembre 2009

Ora di chi si sveglia presto

Avete presente quando sentite che c'è qualcosa di cui avete bisogno, senza avere la più pallida idea di cosa sia? Può essere qualsiasi cosa, un cioccolatino, un nuovo paio di scarpe, una passeggiata. Erano un paio di giorni che mi sentivo così. Capita. Poi, senza preavviso, la soluzione.
Ti voglio bene. Avevo solo bisogno di sentirmelo dire.

venerdì 4 settembre 2009

Ora delle porte che scricchiolano

Sera. Una decina di ragazzi seduti su un prato. In silenzio. Il palazzo della musica, è da lì che veniva il suono, e se ti mettevi in punta di piedi riuscivi a vedere l'orchestra che suonava dietro la finestra. Vedevi le pareti di stoffa verde chiaro con dei riccioli rosa pastello, i quadri antichi con le pesanti cornici dorate e i lampadari sbrilluccicanti, la signora con il vestito rosso che osserva silenziosa l'orchestra che si esercita, la faccina dolce della ragazza che suona l'arpa, con i capelli raccolti. Osservavi tutto come se fossi un bambino. Per stasera hanno quasi finito, è per concludere la serata e rilassarsi un po', l'orchestra suona una di quelle canzoni che mette allegria, che balleresti intorno al fuoco con gli amici.
-Balliamo.
-Sei impazzita?
-Dai balla con me.
E poi ti ritrovi a ballare su un prato, e di ballare tu non sai ballare, saltelli qui e lì. La direttrice d'orchestra che vede due ragazze ballare al di là del vetro, lì sotto le stelle, e sorride. Sorride. E sorridi anche tu.

martedì 1 settembre 2009

Ora delle liste dei libri da comprare

A volte mi chiedo come faccia a non saltarti addosso ogni volta che mi sei davanti.