lunedì 8 giugno 2009

Ora dell'avvocato metallaro

L'esile forma si muoveva sinuosamente. Ad occhi chiusi sentiva la musica scorrerle nel corpo. E danzava. O forse volava. O forse sognava. Chissà. Sembrava impossibile da prendere, sarebbe sfuggita al tatto come seta. Noi restavamo immobili davanti a tanta bellezza e grazia. Mentre la creatura danzava. O forse volava. O forse sognava. Chissà. Mi voltai verso di te e provai un brivido, nello stesso istante in cui lo stavi avendo tu. Trovasti il mio sguardo. Mi prendesti per mano e ritornammo ad osservare quella meraviglia incantevole. Lei danza e trapela libertà, desiderio, voglia di vivere, tranquillità, perfezione. E ti vien voglia di danzare. O forse volare. O forse sognare. Chissà. Ti vien voglia di provare tutto quello che l'esile forma ha già trovato. Anche se solo per qualche minuto. Anche se illusoria. Anche se dolorosa alle caviglie. Felicità.

3 commenti:

  1. Ok, ma era l'avvocato metallaro a danzare o semplicemente rabbrividiva con te? Solo per sapere. Pura curiosità.

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  2. Splendido, io credo che, a dispetto del titolo, l'avvocato (metallaro) non compaia nella scena (molto ben) descritta... Credo, eh!

    :-)

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  3. Splendido: No, come tutti i miei titoli, anche questo non ha alcun nesso con il post. In poche parole non c'entra un cazzo. Lo so, è un brutto vizio che mi devo togliere.

    Laura: Grazie per il Molto Ben. :-)

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