martedì 19 maggio 2009
Ora dei sognatori ottocenteschi
Devo esternare in qualche modo le mie vecchie ossessioni lasciate sul fondo di un vecchio cesto di giocattoli. Non è la prima volta che lo faccio, e so che non sarà l'ultima. Non è da molto tempo che ho imparato a guardarmi indietro senza permettere che la mia anima sanguinasse ancora. Ma da te... da te di tempo ne è passato eccome. Sai, se ora sono così, forse è solo colpa tua. Se ho cominciato troppo presto a capire che la vita non è altro che una continua corsa verso la morte, se ho cominciato troppo presto a guardarmi attorno e a capire che non c'era nessuno, se ho cominciato troppo presto ad immaginare la morte come una nera danzatrice dalle labbra fredde. E a desiderare le sua labbra sulla mia fronte, senza mai avere il coraggio di guardarla in faccia. E la bambina dalle trecce bionde che sfiorava le pagine di un Dostoieskij poggiato su un comodino, perchè tanto nessuno si sarebbe preoccupato. E poi Goethe. E poi la distruzione totale. Se sentivo la mia anima sanguinare, se nascondevo le ferite dentro una vecchia agenda, se ho cominciato ad avere paura di tutto, è solo colpa tua. E tu lo sai bene, benissimo. Ma ora, sai, ora ho imparato a conoscermi, ad ammettere le mie paure, le mie debolezze, i miei desideri, ho imparato ad urlare a modo mio, davanti a un foglio di carta o un pc. Magari non del tutto, magari sono ancora intenta a ricucire le ferite e a stringere i denti, ad illudermi e distruggermi. Concludo augurandoti buona fortuna, ma non ne hai bisogno, perchè hai intorno a te persone che ti amano. Auguri a te, alla tua lei, alla tua migliore amica e alla vostra felicità. Questo è solo un pezzo di quello che ho dentro, scritto solo perchè, se morissi adesso, forse ti guarderesti un attimo dentro e vivresti appieno la tua felicità.
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