giovedì 6 maggio 2010

Ora dei PGM

Si avvicinò al suo petto e scostandosi con la mano i capelli poggiò l'orecchio e cercò il suo cuore. Lo sentì.
-Se vuoi chiedermi...
-Sst. Zitto. Non è delle tue parole che ho bisogno. Non voglio sapere nulla.
-Se c'è qualcosa che vuoi chiedermi, fallo.
Non disse niente. Chiuse gli occhi, lasciò che i capelli castani le nascondessero il volto per poi piangere, silenziosamente, piangere. Non sapeva dove fosse stato, non sapeva da dove venisse quell'odore diverso tra i suoi vestiti, non le importava neanche, saperlo. Però piangeva, silenziosamente e nel più dolce dei modi, piangeva e non staccava l'orecchio dal battito regolare del cuore di lui.
-Non piangere...
Punto i suoi occhi bagnati su di lui e gli mise un dito sulle labbra.
-Ho detto, non parlare.
Si avvicinò alle sue labbra e lo baciò. E in quel bacio c'erano così tante cose, che a vederlo, non si sarebbero potute distinguere l'una dall'altra. C'era rabbia, c'era voglia, malinconia, frustrazione, disperazione, dolcezza, si sarebbe potuto distinguere perfino un po' d'amore. Lo baciava e piangeva, e più le lacrime scivolavano dai suoi occhi scuri, lungo la pelle bianca del viso perfetto, più lo baciava, e più quel bacio si riempiva di tutto. Per poi ritornare con l'orecchio ad ascoltare quel cuore, che sembrava battere più veloce, o forse era il suo, di cuore, a batterle così forte nella testa. E piangeva, silenziosamente, piangeva.

2 commenti:

  1. Strega: Grazie :-)

    Ops! Mi sono accorta di aver dimenticato un accento... spesso scrivo di fretta e non ho il tempo per rileggere, quindi mi scuso per questo e per gli altri errori disseminati qui e lì!

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