lunedì 17 maggio 2010

Ora dei pavimenti scricchiolanti

Guardo il mondo veloce fuori. Ritorno. Tutti ce lo ritroviamo per le mani, prima o poi, un ritorno. Quello a casa è solitamente un po' amaro. Fuori il cielo denso di nuvole e sotto alberi cespugli case e sotto il guard rail e sotto l'asfalto. Il ritorno nella mia boccia di quotidianità mi è sempre stato un po' scomodo. Un pesce a cui dai un assaggio di oceano non si accontenta mica di due sassi e il solito mangime... e se mi fai assaggiare il mondo fuori dalla boccia che chiamano casa (non nel senso delle quattro mura, nel senso delle solite cose), non puoi mica pretendere che ci ritorni volentieri, là dentro. Ma stavolta è diverso, lo ammetto.
"Non sarai mai sola se hai ancora te stessa"
Sì nonna, come sempre, hai ragione, però sai che c'è, c'è che non mi sento intera. C'è che, un po' per sbaglio un po' per scelta, ho lasciato un pezzo a casa. E ora che assisto alla sfilata del mondo fuori mi culla una nuova tenera sensazione. Mi sento aspettata.
Tutti dovrebbero sentirsi aspettati. Tutti dovrebbero sapere che da qualche parte c'è qualcuno ad aspettarli. Dico, ad aspettare sul serio. E' una cosa bellissima.
Guardo il mondo piovere fuori. Guardo il mondo sorridermi un po' dentro. Tra poco sarò a Casa (no, non nel senso delle quattro mura, nel senso delle sue braccia), e la boccia è decisamente più piacevole.

4 commenti:

  1. Il paragone col pesce è bellissimo. Rende tantissimo l'idea il tuo pensiero =)

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  2. Nannò: Mi fa piacere che lo renda per bene, a volte ho paura di non riuscire a far capire quello che ho dentro la testa, sopratutto quando si tratta di paragoni un po' particolari... :-)

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  3. Ciao complimenti per tutte le tue parole!!!

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  4. Cristian: Grazie e... benvenuto!

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