lunedì 28 settembre 2009

Ora dei pettegolezzi da bimbeminkia

Due vecchi amici. Che si incontrano e si abbracciano. Parlano. Discutono di quel film, o di quel rimpianto, o di quella volta che...
Gia, di quella volta che...
C'era la neve, e la neve in un paesino del sud non cade tutti i giorni, uno due giorni all'anno, se va bene. Ma quella volta era successo un miracolo, c'era neve da una settimana. E per una settimana, il sindaco aveva fatto chiudere le scuole, tutte, per quei centimetri di neve che avevano deciso di scombussolare la vita, perchè se uno non se l'aspetta, non le compra le gomme da neve per l'auto, o le macchine per pulire le strade, o i tetti spioventi e tutte quelle cose li. Quindi c'era la neve, e quattro ragazzi erano seduti al tavolino di un bar, davanti ad una cioccolata calda, di quelle con panna e biscotti, ridevano, scherzavano, parlavano, ed era impressionante con quanta facilità passassero da un argomento all'altro, dai carri allegorici di cartapesta (Che rendevano "famoso" il paesino) alla vita e la morte e i relativi perchè dell'esistenza umana. La neve che cadeva e loro che parlavano. E la bellezza di quei giorni li. Passati tra una chiacchiera ed una palla di neve, ed un vago tentativo di un pupazzo, con tanto di bottoni e carota. Una foto di quattro ragazzi sorridenti ed un pupazzo di neve, che poi si sciolse, lasciando prima un po' di ghiaccio agli angoli delle strade, poi le strade di sempre, quelle che senza neve non avevano magia. La neve si portò con se un po' di cose, per poi farle ritornare con l'acqua del mare, ed ora che anche quello è sparito, sembrano scomparse e perdute nel nulla.
Due amici che si incontrano, si abbracciano, si parlano. Rievocano tutto ciò che qualcosa si è portato via. Non è colpa di nessuno, è successo e basta, come la neve che si scioglie e non dura e fa sparire la magia. Ma in fondo lo sanno, e lo sperano, che magari tra un po', potrà nevicare ancora, lì, in un paesino sperduto del sud.

7 commenti:

  1. bellissimo post.

    non bisogna mai smettere di sperare che prima o poi nevichi ancora.

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  2. Gian: Sapo? Niente di preciso, quando ho aperto il blog diciamo che "non ero completamente cosciente" e ho messo la prima cosa che mi è venuta in mente, un vecchio soprannome di una ragazza che non so che fine abbia fatto, so di doverlo cambiare, ma ormai ci si è fatta l'abitudine.

    Eppi: Grazie. Ora come ora sembra impossibile, ma sì, infondo lo speriamo tutti.

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  3. Sapo non va mica male, porta tanti ricordi: sapone, saponificatrice, sator arepo (tenet opera rotas), saporelli, sapido e sapore...
    Per quanto riguarda la speranza della neve, perché non sperare piuttosto nella manna: se speranza dev'essere che sia almeno per qualcosa di "grosso".
    PS. Ci rimetti su il tastino per ricevere le risposte via mail, pleeeeeease...

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  4. PS. Sorry, il tastino c'è ancora, ma per qualche google-motivo non mi si vedeva...

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  5. Gian: Sì, è carino, ma mi sento un po' ladra ad usarlo...

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  6. se guardi bene, nella nuova finanziaria c'è sicuramente qualche articolo contro i ladri di soprannomi. male che ti va, paghi un pezzettino di "o" e il resto te lo puoi godere in legalità. Sapu...

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