lunedì 5 settembre 2011

Ora dei safari

Si liberò dei vestiti e cercò l'angolo tra la nuca e i capelli, e respirò a fondo.
Vino e cannella. Un'ombra di fumo. Sciolse i bottoni della sua camicia e sfiorò il suo petto, cercandone i segreti, mettendo la mano in ascolto sul cuore.
Sui loro corpi giocava la fioca luce di un faro e quella della luna, tra le fasce d'ombra delle colonne del portico.
...la schiena sulle fredde pietre lisce... un lungo bacio al sapore di vino e cannella...
...le mise le mani sui fianchi, li sentì estranei, diversi... non riconosceva l'odore del suo collo e le pieghe dei suoi sorrisi...
Lei aprì gli occhi e la vide, lì in piedi, immobile. Cercò gli occhi di lui. Lui, stretto in quell'abbraccio adesso così ingiusto, così insensato, insipido.
Non si era mai accorto di come fosse bella. Le guardò gli occhi castani, lucidi di dolore.

Vino e cannella bruciano nella bocca.
Frecce di ricordi tagliano la testa.
Perchè l'ossigeno non finisce adesso?
Vino e cannella
corrodono
le rose bianche
al sole di primavera.


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