domenica 25 settembre 2011

Ora dei poemi epici

Non potevo non accorgermi - erano i tuoi occhi - che mi stavi cercando. Mi lasciai trovare, un po' per curiosità, un po' per la mia natura avida di storie.
 Mi lasciai trovare pur sapendo che non ti sarei stata d'aiuto. Ascoltare gli altri è, alla fine, una cosa del tutto egoistica. Soprattutto quando sai che non puoi essere utile. Ma le storie, le parole, i segreti... come resistere?
Dicevo, mi lasciai trovare. Rallentammo il passo per distanziarci dagli altri e subito, tutta la mestizia nascosta dentro i tuoi occhi piccoli, si fece parola sottile.
Ondeggiavi magra nella tua gonna lunga e scura, mentre con un filo di voce srotolavi la tua storia.
Parlavi di vuotezza. Parlavi di sentirsi vivi. Parlavi di famiglia.
Ti ascoltavo in silenzio. Sapevo di essere inutile, vile, mendace.
Eppure colsi fino all'ultimo ogni tua parola. Quando mi chiedesti cosa pensassi -come mi affascinava la tua fiducia!- aspettai un attimo prima di risponderti.
Fui sincera, ammisi la mia piccolezza, la mia inutilità. Poi ti dissi,
Comincia a dipingere.
Un lampo ti attraversò gli occhi, come se davvero, ti avessi detto la cosa giusta.
Fui felice.
E vidi il lato non egoistico dell'ascoltare gli altri.

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