venerdì 16 settembre 2011

Ora dei lieviti

Smise di ciondolarsi sulla sedia e stabilì che avrebbe passato i due minuti seguenti decidendo come affrontare il problema. Si conosceva, sapeva bene quanto la sua mente fosse abile a trascurare con disinvoltura il problema e a passeggiare allegramente tra gli argomenti più disparati, come quella volta in cui aveva passato un'ora e mezza divagando sull'orologio della cucina, che le aveva fatto ricordare quel giorno in cui sua nonna...
Comunque. Doveva decidere come porsi davanti al problema. Poteva, come era solita, lamentarsi pesantemente fino a quando, dopo qualche ora, finite le forze, la vita tornava ad essere splendida ai suoi occhi. Ma questa volta no, non aveva neanche le forze di lamentarsi. Poteva distrarsi...no, non poteva distrarsi. Poteva provare con il Valium. Ma abbandonò quasi subito questa soluzione.
Avrebbe voluto tanto trovare la forza per lasciare che tutto le scivolasse addosso, ma ogni cosa che la sfiorava le permeava dentro e le appesantiva il cuore, ormai preso d'assedio dalla malinconia, dalla stanchezza, dalla sfiducia, dalla tristezza.
La soluzione limpida allora le balzò nella testa. Si sentiva già sollevata. Sapeva bene di cosa avesse bisogno. Sapeva bene quale fosse il miglior antidoto per il suo cuore nero avvelenato.
Tutto le sembrava già più chiaro.
Chiuse il libro di Fisica. Mandò a 'fanculo la sua vita.
Prese il quadernetto, la penna, afferrò la sacca.
E andò al mare.

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