domenica 13 marzo 2011

Ora delle merende

Giorni come ritorni del passato, che in punta di piedi sale le scale, di nuovo come tanto tempo fa.
Ti sarai svegliata di buon mattino, e sorridendo sarai arrivata fino alla cucina. La casa vuota. La voglia di vivere questa giornata. Avrai preso i biscotti dalla credenza e riscaldato il latte. Avrai fatto le briciole sul tavolo con il pane e la marmellata, e avrai pensato che la prossima volta ci metterai un po' meno zucchero. Accesa la radio avrai cantato.Avrai messo sul tavolo latte burro farina uova cacao un cucchiaio di pentimento ed un cartone di scuse a lunga conservazione. Solo alla fine, prima di infornare il tegame, avrai aggiunto l'ingrediente segreto che rende ogni cosa meravigliosa. Non avrai lasciato il letto disfatto, e quando farai per mettere a posto il cuscino ti sarai guardata allo specchio. Le dolci curve e la pelle leggermente invecchiata, i seni abbandonati sotto la vestaglia e le lunghe gambe sottili di cui ti sei sempre vantata, la vita che ancora una volta hai ripreso tra le mani, con la forza sovrumana di una donna che nulla potrà mai distruggere. Avrai preso il cofanetto dalla mensola e avrai tirato fuori la collana di corallo e gli orecchini. Avrai lasciato la casa perfettamente ordinata e ti sarai immersa nel sole della Domenica. Passo dopo passo avrai fatto la salita, salutando prima la moglie del custode della Pretura, poi il salumiere e quella donna che ti sta guardando da un po'. Auguri a tutti Buonagiornata. Poi salirai le scale, e arriverai fin qui con un po' di affanno, lamentandoti che qui non c'è un ascensore, e che il tuo vecchio ginocchio non ricordava tutti questi gradini. Ti aspetteremo sulla porta, e ci abbraccerai, uno dopo l'altro. E quando mi stringerai forte gli occhi ti si faranno lucidi, ma non piangerai perchè ti sei truccata con cura.
Giorni come ritorni di un passato che ti aveva lasciato poco più che bambina. Giorni come ritorni che portano il sapore della parola famiglia. Un sapore pastello. E la sacralità di una crostata che per ognuno ha un sapore diverso. Quello di una madre persa e ritrovata, quello del mio compleanno, quello del cioccolato un po' amaro.
Giorni come ritorni a casa, dove c'è chi ti accoglie a braccia aperte e ti chiede com'è venuto il ragù. Dove c'è chi ti perdona e ti chiama di nuovo Mamma, dove c'è chi ti lascerà fare una piccola confessione, seduta sul letto di una stanzetta troppo piccola...
Mi abbracci. Mi sei mancata. Mi sei mancata anche tu. Tanto.

7 commenti:

  1. Rapito!! Una narrazione ammaliante...

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  2. Vincent: Grazie! Non solo per il bel commento... devi sapere che è qualche giorno che mi ha preso per la testa la convinzione di non saper scrivere più, ecco.

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  3. BELLO il tuo racconto e i tuoi post...capitata per caso in questo tuo.. quasi non volevo andar più via eh eh!!
    Una buona giornata a te Dira :-))

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  4. ..ops...volevo dire in questo tuo blog

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  5. Nat: sei la benvenuta, c'è spazio per tutti :-)

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  6. ma quando mai! come fai a pensare di non saper scrivere....le tue parole danzano :)

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