giovedì 31 marzo 2011

Ora delle malattie

Lei era quella che tutte volevano essere. Era come il vento, imprendibile. Libera. Da tutto e tutti. Bastava guardarla da lontano e lo vedevi, da come portava il suo corpo, fiera.
Non era di nessuno. Non voleva essere di nessuno.
Come il vento. Aveva trovato la soluzione alla vita.
Correre.
Scivolava tra le sofferenze della vita con la stessa sinuosità con la quale scivolava tra le pieghe delle lenzuola, nuda, la notte.
Non le importava. Di nulla.
E in questo stava la sua bellezza invidiabile.
Perchè lei era libera da ogni maniacale ossessione. Libera dalla tristezza cronica dell'anima.
Sembrava libera da ogni sofferenza, libera da tutto,
persino dalla morte.

5 commenti:

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  2. correggo gli errori di battitura va ;-)

    Io credo che persone così siano davvero in qualche modo libere dalla morte perchè non la temono, è solo un evento tra i tanti.
    C'è una bella poesia di Tonino Guerra che termina con (vado a memoria, perdona semmai l'imprecione): "perchè averne paura? la morte in fondo non è noiosa, viene una volta sola".
    Per quanto sembri un paradosso, io credo che non temerla, liberi da essa.

    E poi mi piace "Non era di nessuno. Non voleva essere di nessuno". L'appartenenza è spesso una sorta di rifugio, fa parte delle sicurezze (apparenti) della vita, dell'assecondar bisogni; rifuggirla è sfida e pienezza di sé.

    Bellissimo questo post Dira, davvero bello

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  3. Che meraviglia questo post, sembra seta, davvero.

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  4. sai giocarci proprio bene con le parole... non temere!!
    il racconto è talmente convincente che vorrei essere anche io come lei...

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  5. Shadow: Giustissimo, la morte non è noiosa. perchè averne paura? Ma, ecco, non è così facile non temerla. E poi vedi le persone che ci riescono. E rimani di sasso.

    Calzino: che bel complimento, grazie!

    Vincent: E in effetti è proprio così. Tutti volevano essere come lei.

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