giovedì 24 febbraio 2011

Ora dei rifugi

[Ritorno a scarabocchiare dopo un periodo di silenzio\studio\tendinite alla mano destra. Ma, rieccomi qui. Con qualche storia di arretrato. E qualcuna andata persa per la mano che non poteva lasciarla al mondo. Non immaginate la frustrazione di non potermene liberare, delle storie in testa, alcune sere. Ma tutto è passato. E sono finalmente di nuovo qui.]

Per dare una forma ai pensieri- i ciottoli sulla riva del mare in inverno.
Per dare una forma ai pensieri- le assi di legno delle barche nel porto.
Per dare colore ai pensieri- l'azzurro della linea azzurra nell'infinito.

Avevo bisogno. Del mare.
Avevo bisogno di un appiglio di serenità nel caos, che tutto prende, fuorchè il mare.
Il mare è una cosa, vedi, che tu proprio non puoi non amare.
Non puoi non avere bisogno del mare, così come uno che ama, non può non aver bisogno.
Respirare l'aria pungente, lasciare che il vento ti avvolga e immergere gli occhi - un attimo dopo averli lasciari scorrere sul pelo dell'acqua.
Lasciare i pensieri lì dove non c'è tempo, nè forse, nè caos.
Lì dove la tua vita ti cade di dosso.
E non puoi fare nient'altro,
in inverno, davanti al mare,
nel vento freddo e in un sole assente,
che lasciare che il mare
ti entri dentro
di nuovo
e riscoprire ancora quell'eterno
amore.

2 commenti:

  1. Quanti bei ricordi che mi hai fatto tornare alla mente...
    Mare-Amare, una bella società!

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  2. Vincent: Non si può non pensarli come la stessa cosa :-)

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