sabato 9 aprile 2011

Ora dei racconti

I piccoli sandali di legno fecero un rumore sordo all'avvicinarsi allo sgabello. Bassina, con la sua gonna blu fino alle caviglie e una camicia rosa. Sul volto tante rughe quanti i suoi anni, e gli occhi - umidi- sembrava piangesse. Ma non piangeva.
Con fatica si sedette sullo sgabello e alzò la testa, mostrando al mondo i suoi occhi scuri velati.
La voce pungente, precisa, squillante.
-Certo che me lo ricordo. Sono passati cinquant'anni e me lo ricordo. Me lo ricordo bene. Vivevamo ancora nella nostra prima casa, quella con il pavimento in cotto. Le bambine erano piccole. L'ultima appena nata. Tu uscivi tutte le sere con un tuo amico. A me andava bene, così avevo il tempo per mettere a posto e occuparmi delle bambine. Ero io la madre. Era compito mio. Avevo perso la bellezza, lo vedevo, tre gravidanze e il mio corpo non era più liscio e sodo come prima. Però stavo bene. Era giusto così. A me andava bene. Poi una sera. Risposi al telefono. La maggiore delle bambine giocava con i legnetti, e avevo la più piccola tra le braccia. Tu non c'eri, come ogni sera. Risposi al telefono. Quel tuo amico. Gli dissi che non c'eri e lui mi disse No signora, è lei che cerco, posso parlarle un momento?, Mi dica, risposi, e lui Se le posso dare un consiglio, guardi bene suo marito.
Rimasi immobile, salutai cordialmente e riattaccai. Misi le bambine a letto, misi in ordine la casa, sciolsi i capelli e mi misi in vestaglia. Quella bianca del corredo. Uscii in veranda e accesi una delle tue sigarette. Ero da sola, e piansi. Piansi. Piansi perchè non potevo fare nulla. Piansi perchè lasciarti non era possibile. Non poteva esserlo. Piansi perchè tu magari eri tra le cosce di un'altra. E io non potevo parlare. Piansi perchè dovevo crescere le bambine nella tua casa. Lo feci. Anno, dopo anno, silenzio dopo silenzio. Mi faceva schifo fare l'amore con te. Eppure. Lo facevo per la cosa più bella che la vita mi abbia dato- le mie figlie. Quando tutte e tre se ne andarono di casa.Un giorno ti diedi quel sonnifero. E presi il coltello. E quando ti svegliasti- non potesti picchiarmi. Perchè io non c'ero. E neanche il tuo pisello."

1 commento: