martedì 19 gennaio 2010

Ora delle rivoluzioni

Ti stringo tra le braccia un po' di più. Come se il tuo corpo, allontanandolo dal mio, perdesse la sua concretezza e svanisse.
A volte ti odio. Ti odio quando i miei piedi freddi la sera cercano nelle lenzuola qualcuno a cui stare vicino, e trovano il vuoto, kilometri e kilometri di lenzuola vuote e non ancora calde.
Ti odio quando lo spazio sotto l'ombrello sembra troppo, senza stringermi a niente per non bagnarmi, kilometri e kilometri di spazio vuoto sotto l'ombrello. Ti odio quando ti vedo addosso tutte quelle parole inutili, quelle che la gente crede sagge e necessarie.
A volte invece, non ti odio. A volte. Non ti odio quando sembri amare e raccogliere i miei attimi di delirio e i miei mille complessi incapibili con la stessa semplicità di sempre, come se fosse la cosa più normale del mondo, piangere e ridere insieme. Non ti odio quando mi dici ciò di cui avrei bisogno senza interpellarmi e dicendomi di tacere. Quando sembri sapere esattamente dove stai andando e perchè, guardando come anormale la mia insicurezza.

Ti stringo tra le braccia un po' di più. Per non lasciarti dissolvere nell'aria. E per farti capire quello che ho dentro.Tutto. Ed è tanto. Tantissimo.

[Titolo a cura di CoB, ma non potevo mica dargli un senso, eh no...]

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