Era così presa nel moto circolare.
Nell'ingranaggio dell'accellerazione centripeta.
Immersa nei vettori.
Così traumatizzata dalla caduta dei gravi che meditava come creare del vuoto e farci cadere una foglia e un sasso.
Centosessantuno pagine di fisica.
Vomitava pigreco e cinematica.
Era così immersa nelle formule e nei moti di cose che avrebbero potuto tranquillamente starsi ferme.
Che quasi si dimenticò di essere felice.
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