lunedì 30 novembre 2009

Ora dei rabbini che ballavano la lap dance sulla cattedra

Tu mi dici
mi urli
mi imponi
Che in questo mondo non c'è verità
alcuna, mi dici, verità.
Ma allora io mi chiedo,
ti chiedo
domando
Se davvero non c'è verità
in niente, mi dici, verità
cosa puoi dirmi di vero, tu?

giovedì 26 novembre 2009

Ora di un altro

Mi fa sorridere. Ogni volta che ci incrociamo. Trova la maniera per farmi sorridere. Io glielo lascio fare. Il nostro rapporto ha uno schema elementare: lui cerca di sorprendermi con le più svariate e inaspettate frasi e io lo lascio fare e sorrido. A volte rispondo. Tutto qui, semplice. Lui è un tipo strano, sembra viva in un mondo tutto suo, non soggetto agli influssi negativi di questo qui in cui viviamo noi. Innanzitutto le frasi. Un italiano così complesso e preciso, le frasi così calibrate e folli. Le parole al posto giusto, non importa se si usano o meno, sono al posto giusto. Lui usa "indossare" e non "mettere", lui si diverte a cambiare di posto i soggetti e i verbi per dare espressione alla frase, lui gioca e si destreggia abilmente in un arte che si chiama Parlare. Ne sono affascinata, forse per la sua ineccepibile perfezione, forse per la sua originalità e follia. Per capirlo devi vedere le cose come le vede lui, a volte ci riesco, a volte no. Brevi frasi dette per strada o per i corridoi, questo quello che ci scambiamo. Punto. Oggi, ci siamo incrociati per strada, mi ha salutato, si è fermato (passaggio già piuttosto insolito), mi ha guardato negli occhi e mi ha abbracciata. Io immobile. Poi è andato via. Lasciandomi -non trovo espressioni migliori- di cazzo. Bah. Poi ho cominciato a sorridere. Inutile, ci riesce sempre.

martedì 24 novembre 2009

Ora della via, la verità e la vita

Ho freddo solo se non sento più i tuoi occhi e le tue mani addosso.

mercoledì 18 novembre 2009

Ora dei licantropi

Adoro il torpore della tua mente subito dopo un film, paragonabile a quello del tuo corpicino la mattina presto sotto il piumone. Tutto offuscato, tutto un po' sbiadito, un po' sfumato nella favola, nella storia -una qualsiasi-. Te ne resti lì, mezzo addormentato con quella voglia di credere alle favole addosso, felicità istantanea che svanisce piano piano e come è amaro tornare alla realtà! Non c'è nessuno che ti aspetta sotto casa e ti prende e ti porta via e sole cuore amore e felicità. Non puoi perdere la testa e non aver paura di farlo, perchè nella realtà la testa non la puoi perdere, ti faresti troppo male. Voglio sognare ancora un po', solo dieci minuti ancora... Dopodomani è il mio compleanno, portatelo qui e regalatemelo con un fiocco in testa e una frase delle sua tra le labbra, una di quelle contorte che tanto mi fanno impazzire (Sorrisino ebete sulle mie labbra), mi porterà via, mi porterà al mare, mi bacerà sotto la pioggia... cliccate immediatamente sulla x rossa in alto a destra, la situazione sta precipitando, sto diventando mielosa e sdolcinata e romantica e...

venerdì 13 novembre 2009

Ora dei Venerdì 13

Posso fare l'adolescente depressa, solo per stasera? Posso utilizzare il mio blog per i miei futili sfoghi? Posso lamentarmi della scuola? Posso dire che le cose non vanno, non vanno proprio come dovrebbero andare?
Domani compito di diritto. E' prevista morte in V A.
Odio il greco. Lo odio perchè, come la maggior parte delle cose che si odiano, non ci riesco come vorrei.
Odio i Promessi Sposi.
Odio la gente che pensa che Leopardi era solo un malato mentale.
Odio che tra una settimana è il mio compleanno.
Poi, la cosa che odio di più al momento, è la parte di me che non riesco a controllare, il muscolo involontario, quello va sempre a conto suo. E si va a ficcare sempre dove non deve, sempre dove non può. Ci hanno provato in molti a farmi ragionare. Io invece continuo a sbatterci la testa, perchè forse è l'unica cosa che so fare. Non so reagire, non so sorridere, non so fare niente. Niente. Niente. Non sono abbastanza. Cosa si prova a non essere abbastanza? Per il momento un gran senso del fallimento, su quasi tutti i fronti. Un grande immenso fallimento. Conosco bene i miei limiti e i miei difetti, so di cosa ho bisogno e quello che non mi manca. Ho imparato che se una persona ti mostra le sue debolezze, la prima cosa che fai è scappare. Io sorrido. Io credo di sorridere. Io ora vado a dormire. Tu lasciami andare. Lasciami passare una notte senza averti per la testa. Domani non comparirmi davanti, non sorridermi, non ti avvicinare, soffrirei. Io ti volterò le spalle, e dietro di me ci sarà qualcuno ad aspettarmi con le braccia aperte. Ti prego non parlare, lasciamelo credere.

lunedì 9 novembre 2009

Ora delle mele e dei medici

Capisci che la persona con cui stai chiacchierando è perfettamente compatibile con te se quando sei con lei provi la sensazione di pace e benessere come quando la sera ti infili in pigiama sotto al piumone.

mercoledì 4 novembre 2009

Ora dei caffè notturni

C'è sempre carenza di qualcosa. C'è sempre bisogno di qualcosa. Io ora ho bisogno di concretezza, certezza. Ho bisogno di scendere di casa e trovare qualcuno che mi porga il braccio, di uno sguardo amico, di un abbraccio, di calore fraterno e di parole tra le quali mi sappia muovere bene. Voglio che qualcuno mi faccia spazio sotto il suo ombrello. Vorrei solo aumentare un po' il volume a quello che è stato un piccolo assaggio di equilibrio e serenità. La parola rimpatriata mi piace. Mi piace anche la parola pizza, chiacchiere, sorrisi, whisky. A volte non bastano due puntini trattino parentesi a farti sentire le cose, e ringrziamo il cielo che non è così. Ci sono modi e modi di esprimere emozioni usando i vari aggeggi elettronici che ci permettono di farlo, e ricevere un quoricino fa sempre piacere, anche se può sembrare solo un ammasso di pixel. Ma c'è bisogno di sentire il rumore di quel cuoricino con l'orecchio appoggiato sul petto, di vedere quella faccina sorridente muoversi, di ascoltare il suono di quell'ahahah. Io ora vorrei solo sentire la concretezza delle belle cose. Perchè le belle cose ci sono, io ci credo.

martedì 3 novembre 2009

Ora delle pande verdi

Non avevo mai visto una mostra fotografica così. Quando si va ad una mostra fotografica, ci si guarda intorno e si sceglie la foto che ci comunica di più, non sapendo nulla a riguardo. E questa è la cosa bella delle mostre.

Pioveva. Arrivarono davanti ad una piccola chiesetta sconsacrata, lui aprì con una di quelle chiavi vecchie e pesanti la porta in legno della chiesetta e sparì all'interno.
-Aspetta. Ti accendo la luce.
Si accesero le luci e lei entrò, velocemente esaminò i pannelli e tutte quelle foto. Foto che aveva visto scattare, foto che riportavano a galla ricordi su ricordi, emozioni, storie, attimi di vita che lei aveva sentito sulla pelle. Sorrisi e chiacchiere a non finire davanti ad ogni scatto. Ti ricordi qui? E indovina questa foto dove... che bella giornata, quella! Quello fu il giorno in cui... Qui in Grecia... eravamo piccolissimi, e così via. Una bella scorpacciata di ricordi. Lì, a portata di mano, il riassunto di tutto, sotto forma di arte. Grazie e ancora complimenti.

domenica 1 novembre 2009

Ora di ciò che va bene così com'è

L'aria buona da un po' alla testa, è vero. Ogni volta che sono andata lì, sono tornata a casa puntualmente con il mal di testa. Forse perchè era piena di tanta felicità e stanchezza. Eccomi di nuovo qui, con il mio bel mal di testa e la tazza del tè affianco, perchè è stato solo un colpo di vento, il solito. Ci sono certi posti che cambiano con te, ti hanno vista bambina, ti vedono crescere e cambiare, ogni volta che ci torni li vedi con occhi diversi e allo stesso tempo con gli stessi occhi di quando eri lì per la prima volta. C'era vento e faceva freddo (fa sempre freddo, lì) ad accoglierti c'erano le galline che scappano via quando scendevi dalla macchina, alzavi gli occhi e rimanevi imbambolato di fronte al verde dei prati e al colore della terra, le pietre grige dell'aria ed il bianco delle pecore. Dietro di te la vecchia costruzione bianca e la gente che parla e si saluta e sorride e porta teglie di pasta al forno, spaghetti con le cozze, pollo con le patate, focacce e tanta allegria. Poi ti ritrovi a correre sul prato e ad inseguire le pecore, ridendo e urlando con quegli amici che sono cresciuti insieme a te e a quel magico posto. Bello. Semplicemente. Bello.